E, a proposito di sovranità, è al corrente la Lega che ogni chilometro del tunnel di base di 57 km costerebbe all’Italia €286,9 milioni, mentre alla Francia solo €59,7 milioni?


L’allarme sugli effetti economici relativi a quasi tutte le prossime decisioni del nuovo governo di coalizione M5S/Lega viene veicolato nelle prime pagine di tutti i media. Ma sono notizie vere, false o solo verosimili? I media hanno mezzi e professionalità in grado di garantire le veridicità o di mettere in dubbio quello che diffondono.

Qui ci limitiamo a contestare nuovamente la cifra di 2 miliardi di € da rimborsare (a chi?) diffusa da molti giorni in caso di abbandono del progetto Torino-Lione, la madre di tutte le Grandi Opere Inutili e Imposte, e sfidiamo nuovamente il Coordinatore europeo Laurens Jan Brinkhorst, il Commissario straordinario Paolo Foietta e il Presidente della Commissione Inter-Governativa Louis Besson a fornire i dettagli di questo calcolo, indicando voce per voce gli importi senza lanciarsi in acrobatiche valutazioni. Siamo disponibili a qualunque confronto.

E, a proposito di sovranità nazionale, ci chiediamo se la Lega è al corrente che ogni chilometro del tunnel di base di 57,2 km costerebbe all’Italia € 286,9 milioni, mentre alla Francia solo € 59,7 milioni?

Ricordiamo ancora che nel 2012 l’Italia ha accettato di sopportare la maggior parte dei costi (cfr. Art.18 dell’Accordo di Roma del 2012) anche se sarà proprietaria di soli 12,2 km contro i 45 km della Francia, ossia fino al confine tra i due Stati.

Il costo totale del progetto aggiornato al 2017 è di € 9,63 Miliardi e sarà per la maggior parte a carico dell’Italia con € 3,50 Miliardi (36,3%), la Francia dovrebbe contribuire con € 2,68 Miliardi (27,9%), mentre l’Unione europea sarà chiamata a versare € 3,44 miliardi (35,8%).

Ricordiamo inoltre che non vi è nessuna fretta di realizzare il progetto dato che l’Accordo dell’Italia con la Francia del 2001 prevede la messa in esercizio della nuova linea ferroviaria solo al momento in cui la saturazione della linea esistente sarà dimostrata, data che allo stato non è conosciuta nemmeno dai proponenti l’opera, essendo la linea esistente utilizzata al 15%.

I lavori definitivi, ossia lo scavo del tunnel di base, al di là della volontà del nuovo governo italiano di abbandonare il progetto, non potranno comunque iniziare perché l’Accordo di Roma del 2012 con la Francia non lo permette, non avendo i tre soci Italia, Francia e UE messo a disposizione tutti i fondi per realizzare tutta l’opera come richiesto dall’Art. 16: ”La disponibilità del finanziamento sarà una condizione preliminare per l’avvio dei lavori delle varie fasi della parte comune italo-francese della sezione internazionale”.

Nella Delibera CIPE  n. 67 del 7 agosto 2017 sono indicati degli importi parziali e un generico impegno programmatico di finanziare l’intera opera per la parte di competenza italiana. Sappiamo tuttavia per esperienza che gli impegni possono essere disattesi attraverso l’approvazione di Delibere e Leggi di spesa successive che riducono gli impegni per fare fornte ad esigenze più urgenti.

La Francia ha messo in pausa la Torino-Lione dal mese di luglio 2017 perché non dispone dei fondi necessari per l’avviamento dei cantieri relativi alle opere definitive e in questi giorni si guarda bene dal commentare l’annunciato abbandono del progetto da parte dell’Italia.

Questa situazione è stata confermata dalla Ministra dei Trasporti francese Elisabeth Borne, come confermato dal Presidente della Commissione di Accesso ai Documenti Amministrativi che nell’Avviso n. 20173469 del 4 dic. 2017 ha scritto: “La Ministra dei trasporti ha informato la Commissione che fino ad oggi i lavori definitivi della sezione transfrontaliera non sono stati avviati e che gli stanziamenti finanziari della Francia corrispondenti a questi lavori non erano ancora stati decisi.”

Anche la Commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc ha confermato che non sono disponibili tutti i fondi europei per il completamento della Torino-Lione, nella sua lettera del 17 gennaio 2018 in risposta alla richiesta di chiarimenti del 22 novembre 2017 di un gruppo di eurodeputati, ha riconosciuto che «il finanziamento europeo per la Torino-Lione è stato deciso ed è assicurato solo per il periodo 2016-2019 … e alla fine potrebbe essere riallocato ad altri progetti in base al principio “usalo o perdilo”.

Le attività attualmente in corso sono praticamente tutte inerenti a lavori propedeutici (studi, progetti, sondaggi, lavori preliminari) che rientrano nel programma già di LTF. Ammontano complessivamente a 1,6 miliardi di euro, di cui sono stati già realizzati e pagati più di ¾.

Nessuno degli appalti attualmente in svolgimento riguarda lavori definitivi. Tali attività, -nell’ordine di qualche centinaio di milioni- possono dare origine ad oneri da riconoscere. Questo comprende ovviamente anche le attività in corso in Francia a San Martin La Porte, che non sono qualificate come lavori definitivi ma come sondaggi geognostici.

In conclusione, e alla luce di quanto sopra, riteniamo indispensabile al fine di evitare ogni contenzioso con l’Unione europea e le imprese che TELT non lanci gare di appalto e non contragga qualsivoglia impegno con chicchessia fino al momento in cui, nel rispetto dell’Art. 16 dell’Accordo di Roma del 2012, i tre soci finanziatori del progetto Torino-Lione (Ue, Francia e Italia) non abbiano garantito con atti formali (leggi dello Stato) tutti i fondi necessari all’intera realizzazione dell’opera.

Qui una documentazione approfondita Torino-Lione – Un aggiornamento sulla “cantierabilità” del progetto in Italia e in Francia