La Torino Lione è incompatibile con l’Accordo Verde Europeo
Il progetto va fermato, è un Crimine climatico
English Text below
EU policy pushes in a very short time towards a global climatic collapse that will be paid by kids around us now
The Turin-Lyon is incompatible with the European Green Deal
The project must be stopped, it’s a Climate Crime
Una Lettera Aperta, inviata nello scorso mese di marzo 2021 da molti MEPs del Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea, poneva tre domande a Frans Timmermans, vice-presidente esecutivo della Commissione europea con delega al Green Deal, e al Commissario all’Ambiente Virginijus Sinkevičius, sulla compatibilità della Torino-Lione con l’Accordo Verde Europeo.
Questa ottima iniziativa era stata preceduta da una Lettera Aperta sullo stesso tema inviata alla Commissione Europea il 18 dicembre 2020 da sei scienziati (Luca Mercalli, Angelo Tartaglia, Ugo Bardi, Sergio Ulgiati, Gianni Silvestrini, Pietro Salizzoni) alla quale la Risposta della Commissaria Adina Vălean per conto della Presidente Ursula von der Leyen del 9 febbraio 2021 è stata elusiva e inadeguata.
Anche in questa occasione la risposta del Vice Presidente Timmermans è stata elusiva, fuorviante e inadeguata. L’articolata replica che segue è stata redatta dal prof. Angelo Tartaglia, fisico e membro della Commissione Tecnica Torino-Lione.
Nel suo commento il prof. Tartaglia afferma che è necessario prima di tutto evidenziare la differenza tra “l’agitare le mani” e i fatti. Da una parte il signor Timmermans afferma che il nuovo tunnel, una volta in funzione, ridurrà l’impatto ambientale globale del trasporto e l’inquinamento nelle regioni alpine attraversate dalla linea. Fatti e numeri non supportano tali affermazioni.
L’UE ha definito degli obiettivi importanti, per lo più espressi dalla riduzione del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030 e la parità di carbonio entro il 2050. Come verrebbero raggiunti questi obiettivi? In generale, ci aspetteremmo di non realizzare opere che individualmente aumentano le emissioni, a meno che altri processi reali e ben definiti compensino l’eccesso e portino la riduzione appropriata e cumulativa. Nel caso della Lione-Torino il bilancio dei gas serra citato dal signor Timmermans è quello esposto nel Quaderno dell’Osservatorio 15 (che non è una fonte indipendente) che considera i valori differenziali assoluti, cioè la quantità di emissioni in aggiunta o in detrazione dalla produzione di base del corridoio. In questo caso, le detrazioni sarebbero effettivamente riduzioni assolute solo nel caso di un volume di traffico costante.
Tuttavia, tutte le prospettive considerate da TELT, dai promotori e dall’Osservatorio, prevedono o auspicano un traffico crescente. Sovrapporre la curva pubblicata in Q15 (che di fatto riproduce quella in Quaderno dell’Osservatorio 8 ad un traffico sempre crescente (almeno fino al 2060) porta ad un aumento continuo delle emissioni totali lungo il corridoio, andando così in direzione opposta rispetto all’obiettivo di ridurre le emissioni totali nell’UE. Il signor Timmermans, citando la Commissaria ai Trasporti Adina Vălean e ancora l’”Osservatorio”, sostiene anche che il nuovo tunnel ridurrebbe l’inquinamento nelle regioni alpine. Tuttavia semplici calcoli (si prega di controllare) mostrano che la crescita del traffico prevista o sperata dai proponenti, anche nel più ottimistico trasferimento modale tra strada e ferrovia, porta ad un aumento del numero di camion attraverso le Alpi, quindi ad un aumento dell’inquinamento, del rumore, della pressione sull’ambiente ecc.
Il prof. Tartaglia prosegue dichiarando che le sue considerazioni potrebbero essere sbagliate, nel qual caso chiederebbe al signor Timmermans, o a chiunque altro da lui delegato, di mostrare quali sono gli errori. Tuttavia, se non sono sbagliate, si dovrebbe trarre qualche conseguenza.
Apparentemente la politica autocontraddittoria dell’UE è simile a quella sponsorizzata dal grande capitale, cioè aumentare l’efficienza del sistema, senza toccare i suoi meccanismi di base. Purtroppo, anche l’economia classica sa che in tali condizioni la riduzione del costo materiale unitario di ogni cosa (produzione e trasporto) non porta di per sé a un risparmio globale di risorse. Lo chiamano “paradosso di Jevons”: il costo unitario diminuisce e la spesa totale aumenta, come per il “paghi due e prendi tre” nei supermercati, dove il volume delle vendite aumenta.
Se tutto questo è corretto, l’attuale politica dell’UE, nonostante l’osservazione di Timmermans sui due secoli che aspettano le nuove infrastrutture, spinge in un tempo molto breve verso un collasso climatico globale che sarà pagato dalle nostre bambine e bambini.
Come nel caso di altre istituzioni l’UE potrebbe essere parte della soluzione della criticità che stiamo affrontando, ma per il momento è parte del problema.
EU policy pushes in a very short time towards a global climatic collapse that will be paid by kids around us now
The Turin-Lyon is incompatible with the European Green Deal
The project must be stopped, it’s a Climate Crime
An Open Letter, sent last March 2021 by many MEPs of the Group of the Greens/European Free Alliance posed three questions to Frans Timmermans, Executive Vice-President of the European Commission in charge of the Green Deal, and to Environment Commissioner Virginijus Sinkevičius, on the compatibility of the Lyon-Turin project with the European Green Deal.
This excellent initiative was preceded by an Open Letter on the same issue sent to the European Commission on December 18, 2020 by six scientists (Luca Mercalli, Angelo Tartaglia, Ugo Bardi, Sergio Ulgiati, Gianni Silvestrini, Pietro Salizzoni) to which the response of Commissioner Adina Vălean on behalf of President Ursula von der Leyen on February 9, 2021 was elusive and inadequate.
Again, the response by Vice President Timmermans was elusive, misleading and inadequate. The following articulate reply has been written by Prof. Angelo Tartaglia, physicist and member of the Turin-Lyon Technical Commission.
In his commentary, prof. Tartaglia states that it is necessary first of all to emphasize the difference between “hand waving” and facts. On one side we have the claim that the new tunnel, once in operation, will reduce the global environmental impact of transport and the pollution in the Alpine regions crossed by the line. Facts and numbers do not support such claims.
EU has defined important goals mostly expressed by the 55% reduction of the CO2 emissions within 2030 and the carbon parity within 2050. How would these objectives be achieved? In general, we would expect not to carry out works that individually increase emissions, unless some other real and well defined processes compensate for the excess and carry the appropriate and cumulated reduction. In the case of the Lyon-Turin the balance of GHGs quoted by Mr. Timmermans is the one exposed in Quaderno of the Osservatorio 15 (not an independent source) which considers absolute differential values, i.e. the amount of emissions in addition or in deduction from the basic production by the system. In this case, deductions would indeed be absolute reductions just in the case of a constant traffic volume.
However, all the perspectives considered by TELT, the promoters and the “Osservatorio”, predict or hope for increasing traffic. Superposing the curve published in Q15 (in fact reproducing the one in Quaderno of the Osservatorio 8) to an ever growing (at least until 2060) traffic leads to a steady increase of the total emissions along the corridor, thus going in the opposite direction with respect to the aim of reducing the total emissions in the EU. Mr. Timmermans, quoting Adina Vălean and again the “Osservatorio”, claims also that the new tunnel would reduce pollution in the Alpine regions, however simple calculations (please check) show that the traffic growth predicted or hoped by the proposers, even in the most optimistic modal shift between road and rail, leads to an increase of the number of trucks across the Alps, then to an increase of pollution, noise, pressure on the environment etc.
Prof. Tartaglia goes on to state that his remarks could be wrong, in which case he would ask Mr. Timmermans, or anyone else delegated by him, to show what the mistakes are. However, if they are not wrong, some consequence should be drawn.
Apparently, the self-contradictory policy of the EU is similar to that sponsored by big business, i.e. to increase the efficiency of the system, without touching its basic mechanisms. Unfortunately, even classical economics knows that in such conditions the reduction of unit material cost of everything (production as well as transport) does not per se lead to a global saving of resources. They call it Jevons paradox: unit cost decreases and total expenditure increases, like for “pay two and get three” in supermarkets, where the volume of sales increases.
If all this is correct, the current EU policy, despite Timmermans’ remark on the couple of centuries expecting the new infrastructure, pushes in a very short time toward a global climatic collapse that will be paid by kids around us now.
As in the case of other institutions the EU could be part of the solution of the criticality we are facing, but for the moment is part of the problem.