20230124 – rev. 20230310 – texte en français au fond
Spreco di Fondi pubblici e Ritardi di esecuzione
Un principio europeo disatteso dalla Commissione europea
La Francia e l’Italia hanno rinunciato a chiedere i fondi europei
La Decisione di Esecuzione che non esiste
I Governi italiano e francese tacciono imbarazzati
Il Rapporto del COI tenuto segreto può riaprire il dibattito intorno al Progetto
I fondi per i lavori definitivi di scavo del tunnel forse nel 2030
FINE LAVORI DELLA TORINO-LIONE : MAI
C’EST LE MOMENT D’AGIR ! L’opposizione in Francia al Progetto Lione Torino
I/Le cittadin* responsabili, che da decenni si oppongono alla realizzazione della Torino-Lione, denunciano l’ostinazione dei Governi italiano e francese che da oltre trent’anni promuovono questo crimine climatico.
Spreco di Fondi pubblici
Dopo 22 anni dal primo Accordo Italia-Francia del 2001 (il progetto Torino-Lione si farà alla saturazione della linea esistente, che è sempre meno utilizzata) sono già stati sperperati due miliardi di fondi pubblici solo per l’esecuzione di studi e lavori geognostici.
Il finanziamento europeo a fondo perso del 2015 –detto Grant Agreement– offriva un contributo al progetto di € 813,78 milioni per realizzare entro la fine del 2019 studi e lavori pari a € 1,91 miliardi, secondo un cronoprogramma proposto da TELT.
Dichiarazioni di TELT: Tutto il team di TELT sta lavorando a pieno ritmo per rispettare il programma europeo. Nella foto di TELT del 5 aprile 2017 si vede il display all’ingresso della sede di Torino che segnala una milestone fondamentale per TELT: mancano 1000 giorni al termine del Grant Agreement sottoscritto a inizio dicembre 2015 con l’Unione Europea da Italia e Francia. L’accordo, nell’ambito della Connecting Europe Facility (CEF), prevede il finanziamento di 813,8 milioni di euro destinati alla sezione transfrontaliera della Torino-Lione per il periodo 2016-2019. Il contributo Ue rappresenta il 41,08% del costo totale dei lavori, 1,915 miliardi di euro, da realizzare entro il 2019.
Ma TELT non è stata capace di rispettare la scadenza di tale finanziamento del 31 dicembre 2019, come illustrato in seguito.
Nella foto è visibile anche la data pronosticata da TELT per la messa in servizio del tunnel di base: 31 dicembre 2029 (4653 giorni).
Se i lavori per lo scavo del tunnel fossero iniziati alla data di questo post (23 gennaio 2023), ma non lo sono stati, l’inaugurazione non potrebbe avvenire prima del 31 dicembre 2033 !
Per scarso utilizzo di tali risorse, a causa di continui e ingiustificati ritardi di TELT, la Commissione accettò di prorogare la scadenza del finanziamento una prima volta al 2022 e una seconda volta al 2023. Secondo nostre stime anche con questo anno aggiuntivo TELT non riuscirà ad esaurire i fondi a sua disposizione dal 2015 per attività che avrebbe dovuto eseguire in quattro anni.
Un principio europeo disatteso dalla Commissione europea
Di fronte a tali ritardi la Commissione europea non avrebbe dovuto prorogare nel 2020 la scadenza del finanziamento ma ridurlo per la quota di lavori non eseguiti nei tempi pattuiti, secondo la clausola contrattuale che fa riferimento al principio europeo Use it or Lose it, qui un’analisi giuridica approfondita sul tema Utilizza il finanziamento o Perdilo.
Ricordiamo che questo ritardo nell’esecuzione dei lavori era già stato preceduto nel 2013 da un caso analogo, ma in quell’occasione la Commissione europea, contro il parere della Commissione TRAN del Parlamento europeo, aveva adottato una corretta decisione nell’applicare tale principio riducendo il finanziamento di € 276,5 milioni di euro, qui i dettagli I Maneggi della Commissione Europea.
Perché questi continui ritardi del promotore pubblico TELT?
Come si spiegano i continui ritardi di TELT nell’esecuzione del calendario dei lavori della Torino-Lione che essa stessa ha negoziato con la Commissione? Due potrebbero essere le risposte.
La prima potrebbe risiedere nella constatazione –parole della Commissione europea scritte in occasione del primo ritardo– che “il progetto registra un notevole ritardo dovuto a difficoltà amministrative e tecniche continue” che provocherebbero “difficoltà di Francia e Italia ad aderire al calendario concordato”. Queste furono le giustificazioni utilizzate nel 2013 quando fu registrato il primo forte ritardo. Cfr. anche il Rapporto 2013 del Coordinatore del progetto L. J. Brinkhorst che tratta ampiamente di ritardi (parola citata sette volte tra pagina 1 pagina 15).
TELT nella sua comunicazione di impresa parla invece solo di successi, di capacità realizzativa del promotore pubblico e di solidità del planning, affermazione del 15 aprile 2020. Cfr. anche questo post che illustra La comunicazione Greenwashing di TELT.
La seconda risposta, se possibile più allarmante, è la disinvolta negoziazione del promotore TELT che sollecita e ottiene importanti finanziamenti dalla Commissione europea per eseguire una quantità di opere superiore a quella che la realtà le permette entro la data di scadenza del Grant Agreement.
L’impegno europeo che garantisce flussi finanziari sovradimensionati a TELT annulla ogni rischio di impresa, evita ai suoi dirigenti lo “stress” nella conduzione dei lavori e scoraggia i governi a fermare il progetto dato che le parti hanno già sottoscritto il Grant Agreement con la Commissione.
Il ritardo dei lavori salirà a quattro anni a fine 2023 e rappresenterà lo scarto tra la data di consegna promessa dal promotore TELT nel 2015 ai decisori politici italiani, francesi ed europei e quella che è realmente in grado di garantire.
La Francia e l’Italia hanno rinunciato a chiedere i fondi europei
L’Unione europea ha approvato per il periodo 2021-2027 finanziamenti per centinaia di progetti infrastrutturali attraverso il CEF, strumento che permette agli Stati Membri di accedere ai fondi europei per i trasporti. Cfr. L’Avvento ferroviario … ovvero l’attesa dei finanziamenti 2023 per la Torino-Lione.
Ma – è ufficiale – il 18 gennaio 2023 la Francia non ha depositato, come i promotori del progetto si aspettavano, la domanda di finanziamenti europei per la Lyon-Turin così rinunciando a ricevere nuovi fondi UE per le tratte ferroviarie di accesso al tunnel e per la parte comune franco-italiana del progetto.
Se è ufficiale per la Francia (1), è ufficioso che anche l’Italia non ha firmato il 18 gennaio 2023 la stessa domanda di finanziamento a fondo perso. Ma il Ministero competente (MIT) e TELT, normalmente molto vivaci nella comunicazione solo quando le cose vanno nel senso da loro auspicato, non hanno avuto il coraggio di emettere Comunicati Stampa.
Ormai il progetto Torino-Lione potrà forse ricevere nuovi fondi europei solo a partire dal 2025 se Francia e Italia risponderanno al prossimo appello nel gennaio del 2024 (terza tranche del CEF) che dispone di una dotazione di soli € 1,62 milioni: molti saranno i progetti da servire a livello europeo, le attese e le ambizioni per la Torino-Lione potrebbero essere deluse.
La Decisione di Esecuzione che non esiste
E’ invece ufficiale che l’Italia e la Francia, sollecitati dalla Commissione europea il 20 ottobre 2020, non hanno firmato la richiesta della Decisione di Esecuzione che avrebbe incluso nel finanziamento della Torino-Lione il tunnel di base e le vie di accesso nazionali di accesso.
Nella sua sollecitazione ai due Stati la Commissione europea scriveva il 20 ottobre 2020: “… sembra indispensabile che une decisione di esecuzione, possa essere adottata dalla Commissione, per quanto concerne il tunnel e le sue vie d’accesso dei lati francese e italiano. Dal momento che questa decisione richiede l’accordo dei governi francese e italiano, desidero esprimere la volontà della Coordinatrice europea e dei servizi della Commissione di lavorare in maniera congiunta con le autorità francesi e italiane competenti così come con il promotore del progetto (TELT, N.d.R.) a questo proposito.”
La Commissione europea ha confermato per iscritto che tale sua richiesta non è mai stata presa in considerazione dai due Paesi.
Tale “non decisione” congiunta di Italia e Francia ha bloccato di fatto l’erogazione di nuovi fondi europei al progetto Torino-Lione.
Tutti i dettagli e le lettere ufficiali della Commissione europea sono qui.
Il Rapporto del COI 2023, annunciato per fine 2022, ma tenuto segreto fino a febbraio 2023
Il COI, il Consiglio che orienta il Ministero della Transizione Ecologica francese nella scelta delle infrastrutture di trasporto da realizzare, ha redatto il Rapporto 2023 che suggerisce le decisioni per il futuro del progetto Lyon Turin, ma non lo ha ancora consegnato al Governo francese.
Abbiamo potuto leggere tale Rapporto e siamo così in grado di anticipare le Raccomandazioni che il COI ha formulato al Governo francese che possono riaprire il dibattito intorno al Progetto Lyon-Turin:
- Occorre rifare la valutazione socio-ambientale e le analisi dei traffici:
Il COI suggerisce di rivedere l’impatto ambientale del progetto: “La valutazione ambientale stabilita nel 2011 per la Dichiarazione di Utilità Pubblica sulle due fasi degli accessi francesi e sull’intero progetto deve essere ripresa e aggiornata sulla base dello scenario mantenuto in vigore.”
Il COI ha notato che “alcuni progetti stanno procedendo sulla base di studi obsoleti o di indagini pubbliche molto vecchie (in genere di dieci o vent’anni fa). Analizzarli da una prospettiva attuale solleva molti interrogativi: in molti casi, sarebbe opportuno esaminare un riorientamento della loro progettazione, ma naturalmente il COI, non avendo elementi tangibili al riguardo né la competenza per confermare le sue affermazioni, è cauto nelle sue formulazioni”.
- È necessario un nuovo preventivo dei costi:
“Il fatto che nel 2022, per un progetto delle dimensioni del tunnel di base Lione-Torino, si disponga di una stima di completamento redatta solo nel 2018, prima dell’aggiudicazione dei principali appalti e prima della crisi di Covid, è un’anomalia che il COI deplora profondamente. Per progetti di dimensioni e complessità simili, ad esempio, la Société du Grand Paris è ora in grado di produrre nuove stime ogni sei mesi, informazioni essenziali per i co-finanziatori.”
- Occorre dare priorità alla modernizzazione della linea Dijon-Ambérieu-Modane:
“Gli studi hanno dimostrato che la rete esistente, dopo l’ammodernamento della linea Digione-Saint Jean de Maurienne (Modane) consentirebbe il trasporto di 16,8 milioni di tonnellate di merci all’anno, pari al 67% dell’obiettivo di 25 milioni di tonnellate all’anno del tunnel di base Lione-Torino entro il 2035-2040”.
- Gli studi relativi alle linee di accesso potranno essere rinviati fino al 2032 mentre l’inizio dei lavori fino al 2042:
“Gli studi sulle nuove linee di accesso e sui tunnel della Lione-Torino verrebbero posticipati al quinquennio 2028-2032, mentre i lavori necessari verrebbero intrapresi nel periodo 2038-2042.
I fondi per avviare i lavori definitivi di scavo del tunnel disponibili forse dal 2030
Mentre il COI a marzo 2022 aveva indicato nel 2033 la data di fine lavori per il tunnel di base, sulla base delle quattro raccomandazioni sopra indicate questa data sarebbe rinviata ad una data non ipotizzabile oggi.
Nel Rapporto COI 2023 a pagina 44 è infatti scritto: “Si rileva che la stima per il completamento del progetto del tunnel di base Lione-Torino in termini finanziari e di scadenze non è stata aggiornata dal 2018 e chiede che ciò avvenga al più presto affinché i cofinanziatori possano tenerne conto. Per le sue proiezioni, il COI ha fatto un’ipotesi conservativa che dovrà essere corretta non appena le stime saranno note”.
La realtà è che Italia e Francia non potranno richiedere nuovi fondi all’Europa prima che sia valutato il nuovo vero costo del tunnel fortemente cresciuto a causa dell’inflazione.
Senza la disponibilità dei fondi europei i lavori “definitivi” della Torino-Lione non possono essere avviati dato che, secondo l’Accordo Italia-Francia di Roma del 2012, i lavori delle varie fasi della Parte comune del progetto potranno essere avviati solo con la dimostrazione da parte di Italia e di Francia della messa a disposizione di tutti i fondi.
Nell’Analisi dettagliata dei fondi CEF 2021-2027 si può constatare come sia probabile che i lavori per lo scavo del tunnel della Torino-Lione dovranno attendere i finanziamenti prevedibilmente contenuti nel Bilancio pluriennale della UE 2028-2034 e forse in quello successivo del 2035-2041.
Questa è la situazione a seguito dei ritardi nell’esecuzione dei lavori di questo contestabile progetto. In conclusione, non tutti i ritardi vengono per nuocere ma possono offrire ai Governi la scelta di abbandonare questo crimine climatico che i cittadini responsabili chiedono da oltre 30 anni.
FINE LAVORI DELLA TORINO-LIONE : MAI
Documentazione integrativa
Principo europeo Use It or Lose It – L’analisi giuridica
L’Avvento ferroviario … ovvero l’attesa dei finanziamenti 2023 per la Torino-Lione
La Decisione di Esecuzione, che non esiste
La Torino Lione nel Rapporto COI – Gennaio 2023
I due Dossier del COI 2023 – Investire di più e meglio nella mobilità per realizzare una transizione di successo e alcuni commenti.
Note
(1) La notizia è stata confermata da France3 TV che ha intervistato Josiane Baud, Presidente della CIG Torino-Lione
Texte en Français
LYON-TURIN : les citoyens responsables contre les gouvernements arrogants
Le projet en difficulté –
Gaspillage de fonds publics et retards d’exécution
Un principe européen bafoué par la Commission européenne
La France renonce à demander les fonds européens, peut-être aussi l’Italie
Les Gouvernement français et italien se taisent embarrassés
Le Rapport tenu secret du COI peut rouvrir le débat autour de ce projet
Les fonds pour les travaux définitifs du percement du tunnel peut-être en 2030
I/ Les citoyens responsables qui depuis des décennies s’opposent à la
réalisation du Lyon-Turin, dénoncent l’obstination des Gouvernements
français et italien qui depuis près de 30 ans font la promotion de ce crime
climatique.
Gaspillage de fonds publics
Après 22 ans du premier accord franco-italien de 2001 (le projet Lyon-Turin se fera à la saturation de la ligne existante, qui est de moins en moins utilisée) 2 milliards d’€ de fonds publics ont déjà été dépensés seulement pour mener des études et des travaux exploratoires Le financement européen à fonds perdus de 2015 – dit Grant Agreement – offrait au projet une contribution de 813,78 millions € pour réaliser avant la fin de 2019 les études et travaux d’un montant de 1,91 milliards € selon un échéancier proposé par TELT.
Par suite de la faible utilisation de ces ressources, à cause des retards récurrents et injustifiés de TELT, la Commission accepta de proroger son engagement de financement une première fois jusqu’à fin 2022 et une seconde fois jusqu’à fin 2023. Selon notre estimation même avec cette année de prolongation TELT ne réussira pas à épuiser les fonds à sa disposition depuis 2015 pour des activités qui auraient dû être exécutées en 4 ans.
Un principe européen ignoré par la Commission européenne
Face à de tels retards la Commission européenne n’aurait pas dû proroger l’échéance du financement en 2020 mais le réduire en fonction du volume des travaux non exécutés dans les temps impartis, selon la clause contractuelle qui fait référence au principe européen « Use it or lose it » utilisé ou perdu.
Rappelons que ce retard d’exécution des travaux était déjà intervenu en 2013 dans des circonstances similaires, mais à cette occasion la Commission européenne, sollicitée par le Parlement européen, avait adopté une décision conforme au principe réduisant le financement de 276,5 millions €
Pourquoi ces retards continuels du promoteur public TELT ?
Comment s’expliquent les continuels retards de TELT dans l’exécution du calendrier des travaux du Lyon-Turin que pourtant il a négocié avec la Commission ? La réponse pourrait être double
La première pourrait résider dans la constatation – selon les propres mots de la Commission européenne écrits à l’occasion du premier retard – que « le projet enregistre un notable retard dû aux difficultés administratives et techniques récurrentes » qui résulteraient « de la difficulté pour la France et l’Italie à adhérer au calendrier convenu ». C’était la justification avancée en 2013 quand a été enregistré le premier retard important.
TELT dans sa communication interne à l’entreprise ne parle au contraire seulement que de la capacité productive du promoteur public et de la solidité du planning.
La seconde réponse est plus alarmante, et concerne l’insincérité des négociations du promoteur TELT qui sollicite et obtient d’importants financements de la Commission européenne pour exécuter une quantité de travaux supérieure à celle qu’il est en état de réaliser avant la date d’échéance du Grant Agreement.
L’engagement européen qui garantit des flux de financements surdimensionnés à TELT élimine tout le risque pour l’entreprise, évite à ses dirigeants le stress dans la conduite des travaux et décourage les gouvernements de stopper le projet étant donné que ceux-ci ont déjà approuvé le Grant agreement avec la Commission.
Le retard des travaux atteindra 4 années à la fin de 2023 et représentera l’écart entre la date de livraison promise par le promoteur TELT en 2015 aux décideurs politique français, italiens et européens et celle qu’il est réellement en état de garantir.
La France renonce à demander les fonds européens et, peut-être aussi l’Italie L’Union européenne a approuvé pour la période 2021-2027 le financement pour des centaines de projets d’infrastructure au travers du MIE (Mécanisme d’Interconnexion Européen) instrument qui permet aux Etats Membres d’accéder aux fonds européens pour les transports.
Mais il est officiel que le 18 janvier 2023, la France n’a pas déposé comme les promoteurs du projet l’espéraient, la demande de subvention européenne pour le Lyon-Turin, renonçant ainsi à recevoir des nouveaux fonds européens pour les accès ferroviaires français du tunnel de base et pour la partie commune franco-italienne du projet.
Si c’est officiel pour la France, c’est probablement aussi le cas pour l’Italie qui n’aurait pas signé le 18 janvier dernier la même demande de financement à fond perdu. Nous ne disposons pas de la confirmation du ministère compétent (MIMS) ni de TELT, d’ordinaire plus prolixe dans la communication mais seulement quand les choses vont dans le sens qu’il souhaite.
Désormais le projet Lyon-Turin pourra peut-être recevoir de nouveaux fonds européens seulement à partir de 2025 si la France et l’Italie répondent au prochain appel à projet de janvier 2024 (troisième tranche du MIE) qui dispose d’une dotation de seulement 1,62 milliards €: Les projets à servir seront nombreux au niveau européen, aussi les attentes pour le Lyon-Turin pourrait facilement être déçues.
Le rapport du COI tenu secret
Le COI, le conseil qui oriente le Ministère de la Transition Ecologique français dans ses choix d’infrastructures de transport à réaliser, a rédiger le rapport 2033 qui suggère les décisions à prendre pour l’avenir du projet Lyon-Turin, ce rapport a été commenté dans la presse mais n’a pas encore été officiellement rendu public par le gouvernement français Nous avons pu lire ce rapport, et sommes ainsi en état d’anticiper les recommandations que le COI a formulé au Gouvernement français qui peuvent ré-ouvrir le débat autour du projet Lyon-Turin :
- Il faut refaire les évaluations socio-environnementales et les analyses de trafic
- Le COI suggère de revoir l’impact environnemental du projet : « l’évaluation environnementale établie en 2011 pour la Déclaration d’Utilité Publique sur les deux phases des accès français et sur le projet entier doit être repris et actualiser sur la base du scénario retenu in fine »
Le COI a noté que « plusieurs projets sont basés sur des études obsolètes ou des enquêtes publiques trop anciennes (en général de 10 ou 20 ans) les analyser dans le contexte actuel soulève beaucoup d’interrogations : dans beaucoup de cas, il serait opportun d’examiner une réorientation de leur mise en œuvre, mais naturellement le COI n’ayant pas d’éléments tangibles en la matière ni la compétence pour confirmer ses affirmations reste prudent dans ses formulations ».
- Une actualisation des coûts est nécessaire :
« Le fait qu’en 2022, pour un projet de la dimension du tunnel de base Lyon-Turin, on ne dispose que d’une estimation entièrement rédigée en 2018, avant les adjudications des principaux appels d’offre et avant la crise du Covid, est une anomalie que le COI déplore profondément. Ainsi pour des projets de dimensions et complexité semblables, par exemple, la Société du Grand Paris est maintenant en état de produire de nouvelles estimations chaque semestre, informations essentielles pour les co-financeurs.· Il faut donner la priorité à la modernisation de la ligne Dijon-Ambérieu-Modane:
- « Les études ont démontré que le réseau existant, après la modernisation de la ligne Dijon-St Jean de Maurienne (Modane) permettrait le transport de 16,8 millions de tonnes de marchandises par an c’est-à-dire 67% de l’objectif de 25 millions de tonnes par an du tunnel de base Lyon-Turin en 2035-2040 ».
- Les études relatives aux lignes d’accès et ses tunnels pourraient être reportées jusqu’à 2032 et les travaux jusqu’à 2042 :
« Les études sur les nouvelles lignes d’accès et leurs tunnels du Lyon-Turin seraient reportées dans la période 2028-2032, tandis que les travaux nécessaires seraient entrepris dans la période 2038-2042 »
Les fonds pour les travaux définitifs d’excavation du tunnel de base disponibles peut-être en 2030 ?
Tandis que le COI avait indiqué en mars 2022 la date de 2033 pour l’achèvement des travaux du tunnel de base, suite aux 4 recommandations indiquées plus haut cette date pourrait être reportée à une date non définissable aujourd’hui.
Dans le rapport COI 2023 en page 44 il est écrit « le COI constate par ailleurs que l’estimation à terminaison du projet de tunnel de base du Lyon-Turin en termes financiers et de délais n’est pas actualisée depuis 2018 et demande que ce soit fait au plus vite pour que les co-financeurs puissent en tenir compte. Pour ses projections, le COI a pris une hypothèse conservatoire qu’il conviendra de corriger dès que ces estimations seront connues ».
La réalité est que ni la France ni l’Italie ne peuvent redemander des fonds européens avant que soit réévalué le véritable nouveau coût du tunnel en forte croissance à cause de l’inflation.
Sans la disponibilité des fonds européens les travaux « définitifs » de la section transfrontalière du Lyon-Turin ne peuvent démarrer selon l’accord, Franco-Italien de Rome de 2012, les travaux des différentes phases de la partie commune du projet ne peuvent être commencés qu’avec la démonstration de la disponibilité de la totalité des fonds nécessaires de la part de la France et de l’Italie.
Dans l’analyse détaillée des fonds européens du MIE 2021-2027 on peut constater qu’il y a une probabilité pour que les travaux du creusement du tunnel de base doivent attendre des financements prévisionnels contenus dans le budget pluriannuel de l’UE 2028-2034 et peut-être même le suivant de 2035-2041.
Ceci est la situation résultant des retards dans la réalisation des travaux de ce projet contestable.
En conclusion, ces retards peuvent offrir aux gouvernements le choix d’abandonner ce projet écocide que les citoyens responsables demandent depuis près de 30 ans.