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La Sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli
Sito del TPP
DIRITTI FONDAMENTALI, PARTECIPAZIONE DELLE COMUNITÀ LOCALI E GRANDI OPERE
Dal TAV alla realtà globale
Torino-Almese, 5-8 novembre 2015
Testo in Italiano
Texte en Français
Text in English
Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP), con sede a Roma presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso ISSOCO, è un tribunale di opinione internazionale che nasce nel 1979 come diretta prosecuzione dell’esperienza del Tribunale Russell II sulle dittature in America Latina promosso da Lelio Basso negli anni ’70.
Con la nascita del TPP, si crea un dispositivo permanente di visibilità per le vittime e uno strumento di ricerca e di analisi indipendente sull’assenza e l’impotenza del diritto internazionale, con l’obiettivo di fornire le condizioni conoscitive, culturali e dottrinali al percorso di liberazione e giustizia dei popoli.
Il TPP rappresenta una innovazione sul terreno del diritto e della politica. Come qualsiasi altro tribunale di opinione, il TPP non ha il potere di far eseguire le proprie decisioni, la cui natura si colloca ai confini dell’etica e del diritto. La riflessione di Basso sulla legittimità dei tribunali di opinione è attuale ancora oggi:
«Le esigenze della pubblica coscienza possono diventare una fonte riconosciuta del diritto […] e un tribunale che emani direttamente dalla coscienza popolare riflette un’idea destinata a camminare: il potere istituzionalizzato e il popolo, da cui il primo pretende derivare, in realtà tendono sempre più ad allontanarsi e solo una ricca iniziativa popolare può cercare di gettare un ponte tra il popolo e il potere».
L’operato del TPP si basa sui principi espressi dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli o Carta di Algeri (1976) e dai principali strumenti internazionali di protezione dei diritti umani fondamentali. Dal suo insediamento a oggi, il Tribunale ha realizzato più di 40 Sessioni su numerosi casi di violazioni dei diritti umani. Le Sentenze emesse per ciascuna Sessione, frutto del lavoro dei suoi componenti e della partecipazione attiva degli attori sociali che ne richiedono l’intervento, forniscono analisi critiche e multidisciplinari sulle ragioni dell’ineffettività del diritto e raccomandazioni per orientare il cammino di affermazione e riconoscimento dei diritti dei popoli. Mai, nonostante la criticità e la delicatezza dei giudizi pronunciati (da quelli sui desaparecidos, già ai tempi della dittatura argentina, a quelli su Bhopal e Chernobyl, a quelle recenti sul genocidio dei Tamil) i metodi di accertamento dei fatti e i giudizi del Tpp sono stati oggetto di contestazioni de facto e de iure.
La specificità del Tribunale, espressa chiaramente nel suo Statuto, risiede nell’indagine rivolta ai casi di crimini contro la pace e contro l’umanità, ai casi di genocidio, nonché ai crimini riconducibili alle attività economiche e alle politiche che determinano povertà, disuguaglianza, esclusione. Tutte le Sentenze vengono inviate alle principali istanze internazionali e molte sono state discusse dalla Commissione per i diritti umani dell’ONU a Ginevra.
Una sentenza storica registrazione audio-video
Domenica 8 novembre 2015, all’esito di una sessione di quattro giorni aperta al pubblico, il Tribunale Permanente dei Popoli – TPP ha pronunciato una sentenza storica di condanna del metodo seguito per la definizione del Tav in Val Susa e dell’intero sistema che presiede, in Italia e in Europa, alle grandi opere: Val di Susa, Notre-Dame-des-Landes, HS2 Londra-Birmingham, Roșia Montană, Paesi Baschi, Stoccarda, Venezia, Firenze, Basilicata e altre regioni d’Italia interessate ai progetti di trivellazione, di Messina e di Niscemi, e tutti gli altri progetti presi in considerazione.
La sentenza, accogliendo totalmente l’impianto accusatorio, afferma in maniera esplicita che in Val Susa sono stati violati i diritti fondamentali dei cittadini all’informazione e alla partecipazione, sono state disattese numerose convenzioni internazionali, c’è stata un’impropria criminalizzazione del movimento di opposizione e una inammissibile militarizzazione del territorio (toccata con mano dagli stessi giudici in occasione della visita esterna al cantiere della Maddalena di Chiomonte).
Il TPP ha riconosciuto la responsabilità al riguardo, oltre che dei promotori e delle imprese coinvolte, dei Governi italiani degli ultimi due decenni e delle articolazioni dell’Unione europea che ne hanno accolto acriticamente le indicazioni senza effettuare i controlli e gli accertamenti richiesti dal movimento di opposizione.
Il TPP ha quindi concluso con specifiche raccomandazioni chiedendo, tra l’altro, ai governi italiano e francese di aprire «consultazioni serie delle popolazioni interessate, e in particolare degli abitanti della Val di Susa, per garantire loro la possibilità di esprimersi sulla pertinenza e la opportunità del progetto e far valere i loro diritti alla salute, all’ambiente e alla protezione dei loro contesti di vita» estendendo l’esame a tutte le soluzioni praticabili «senza scartare l’opzione “0”» e «sospendendo, in attesa dei risultati di questa consultazione popolare, seria e completa, la realizzazione dell’opera».
Il TPP chiede altresì di «sospendere l’occupazione militare della zona»
Su queste basi si può aprire una nuova fase nella vicenda del Tav e della Val Susa. Basta volerlo.
Torino, 9 novembre 2015
Il Controsservatorio Valsusa
Una sentencia histórica
El Domingo 8 de Noviembre de 2015, al cierre de una sesión de cuatro días a puertas abiertas, el Tribunal Permanente de los Pueblos – TPP pronunció una sentencia histórica de condena del método implementado para la definición del Tav en el Valle de Susa y del entero sistema que rige, en Italia y Europa, los megaproyectos: Val di Susa, Notre-Dame-des-Landes, HS2 Londres-Birmingham, Roșia Montană, País Vasco, Stuttgart, Venecia, Florencia, Basilicata y otras regiones italianas interessadas a los proyectos de perforación, di Messina y de Niscemi, y todos los mega projectos considerados.
La sentencia, acogiendo en su totalidad las argumentaciones de los demandantes, afirma de manera clara y contundente que en el Valle de Susa fueron violados los derechos fundamentales de lxs ciudadanxs a la información y a la participación, que se desatendieron muchos convenios internacionales, que se desató un proceso de criminalización en contra de los movimientos de oposición y que hubo una inadmisible militarización del territorio (comprobada personalmente por lxs mismxs juecxs cuando realizaron la visita externa al área de los trabajos del TAV de la Maddalena en Chiomonte).
El TPP reconoció la responsabilidad frente a estos hechos de los Gobiernos italianos de las últimas dos décadas y de los órganos de la Unión Europea que acogieron de manera acrítica las indicaciones sin realizar los controles y averiguaciones solicitadas por el movimiento de oposición, además de reconocer la responsabilidad de los promotores y de las empresas involucradas en la implementación del megaproyecto.
El TPP concluyó entonces el dispositivo de la sentencia con recomendaciones específicas solicitando, entre otras cosas, a los gobiernos italiano y francés de abrir “procedimientos de consultas serios dirigidos a las poblaciones interesadas, y en particular a lxs habitantes del Valle de Susa, para garantizarles la posibilidad de expresarse sobre la pertinencia y la oportunidad del proyecto y reivindicar sus derechos a la salud, al ambiente y a la protección de sus contextos de vida”, extendiendo el examen a todas las soluciones practicables “sin descartar la opción 0″ y “deteniendo, a la espera de los resultados de dicha consulta popular, seria y completa, la realización de la obra”.
El TPP demandó además de “detener la ocupación militar del área”.
Sobre estas bases se puede abrir una nueva fase en el caso Tav y del Valle de Susa. Es suficiente quererlo.
Turín, 9 de Noviembre de 2015
El Controsservatorio Valsusa
Un jugement historique
Dimanche 8 Novembre 2015, suite à une session de quatre jours ouverte au public, le Tribunal Permanent des Peuples – TPP a rendu une décision historique en condamnant la méthode utilisée pour la définition de la LGV dans le Val de Suse et de l’ensemble du système qui en Italie et en Europe, préside les grands projets : Val de Suse, Notre-Dame-des-Landes, H2S Londres- Birmingham, Roșia Montană, Pays Basque, Stuttgart, Venise, Florence, Basilicate et d’autres régions d’Italie concernées par des projets de forage, Messine et Niscemi, et tous les autres projets envisagés.
Le jugement, en acceptant pleinement la poursuite, dit explicitement que en Val de Suse ont été violés les droits fondamentaux des citoyens à l’information et à la participation, ont été écartées de nombreuses conventions internationales, il y a eu une criminalisation incorrecte du mouvement d’opposition et une militarisation inacceptable du territoire (perçue par les juges lors de leur visite à l’extérieur du chantier de La Maddalena à Chiomonte).
A cet égard le TPP a reconnu la responsabilité, outre celle des promoteurs et des sociétés concernées, des Gouvernements italiens des deux dernières décennies et des articulations de l’Union européenne qui ont accepté sans les critiquer les informations et sans procéder à des contrôles et à des vérifications requises par le mouvement opposition.
Le TPP a conclu avec des recommandations précises appelant, entre autres choses, les Gouvernements italiens et français à ouvrir “des consultations sérieuses des populations concernées, et, en particulier, les habitants de la Vallée de Suse, afin de leur assurer la possibilité de s’exprimer sur la pertinence et l’opportunité du projet et de faire valoir leurs droits à la santé, à l’environnement et à la protection de leurs contextes de vie”, en étendant l’examen de toutes les options possibles “sans écarter l’option “0″ et « en suspendant, dans l’attente des résultats de cette consultation, sérieuse et complète, la réalisation du projet”.
Le TPP demande également de «suspendre l’occupation militaire de la zone».
Sur cette base il est possible d’ouvrir une nouvelle phase dans l’histoire du Tav et de la Vallée de Suse. Il suffit de le vouloir.
Turin, le 9 Novembre 2015
Le Controbservatoire Valsusa
A historic sentence
On Sunday, November 8, 2015, following a four-day session open to the public, the Permanent Peoples’ Tribunal – PPT - made a historic decision condemning not only the process used in the planning of the TAV (high speed train) in Val Susa (in Northern Italy), but also the entire system dominant in Italy and Europe regarding major projects: TAV Susa Valley, the airport of Notre-Dame-des-Landes in France, HS2 in the UK, the Rosia Montana mine in Romania, high speed rail projects in the Basque Country, Stuttgart, Venice, Florence, Basilicata and other regions of Italy, etc.
The PPT’s decision, which fully accepted the prosecution case, says explicitly that in the Susa Valley the fundamental rights of citizens to information and participation were violated in contradiction of numerous international conventions, and recognised that there had been incorrect criminalization of the opposition movement and unacceptable militarization of the territory (seen at first hand by the judges during their visit to the site of La Maddalena in Chiomonte).
In this respect the PPT identified the responsibility, in addition to that of developers and companies concerned, of the Italian Government over the past two decades and of the European Union which has uncritically accepted information without conducting the checks required by the opposition movement.
The PPT concluded with specific recommendations calling, among other things, for the Italian and French governments to open “meaningful consultation of the populations concerned, and in particular, the residents of the Susa Valley, in order to provide them the opportunity to express their views on the relevance and viability of the project and to assert their rights to health, the environment and the protection of their living conditions”, extending the examination of all possible options “without ruling out the Zero Option” and “suspending the project pending the results of serious and full consultations”.
The PPT also asked that the military occupation of the area should be suspended.
On this basis it is possible to open a new phase in the history of the TAV and the Susa Valley. It must happen.
Turin, November 9, 2015
The ContraObservatory Valsusa