La Commissione Europea e la Mediatrice europea negano a PresidioEuropa No TAV l’accesso al documento integrale del Grant Agreement 2020 – 2022, contratto di finanziamento della Torino-Lione fino al 31 dicembre 2022
Intervento della MEP Eleonora EVI – Verdi nella Plenaria del Parlamento Europeo del 10 marzo 2022 (*)
I cantieri della Torino-Lione vanno avanti solo se ci sono i soldi europei, italiani e francesi, PresidioEuropa controlla questi processi burocratico-economici.
Vogliamo cioè leggere anche i dettagli, non ci bastano i titoli.
A suo tempo abbiamo chiesto alla Commissione europea, e ricevuto integralmente, il primo contratto Grant Agreement scadente il 31 dicembre 2019.
Tale contratto è stato rinnovato da CINEA fino al 31 dicembre 2022 a causa delle difficoltà di TELT di usare i fondi concessi per eseguire tutti i lavori elencati in tale contratto entro il 31.12.2019.
Abbiamo fatto richiesta a CINEA di accedere al nuovo contratto con scadenza estesa ma abbiamo ricevuto un testo pesantemente censurato in tutte le parti che contengono il crono-programma e gli importi di dettaglio del finanziamento esteso al 31.12.2022.
Il nostro lavoro per scoprire le parti censurate del nuovo Grant Agreement è durato oltre un anno con l’assistenza professionale della Commissione tecnico/giuridica che assiste il movimento No TAV e i Comuni della Val di Susa.
Abbiamo fatto ricorso prima alla Commissione europea poi alla Mediatrice europea per “cattiva amministrazione” (che inizialmente ci ha dato ragione).
Ma entrambi hanno in definitiva negato il nostro diritto di leggere integralmente il contenuto del finanziamento europeo.
L’arroganza della Commissione è tale che ha consegnato lo stesso documento censurato anche a dei parlamentari europei che peraltro, pur essendo nella nostra stessa situazione, non sono stati capaci di alzare la voce nonostante i nostri numerosi solleciti.
Noi affermiamo che TELT è incapace di gestire il progetto; con la censura di questo contratto ci tolgono la possibilità di denunciare questa realtà con prove alla mano.
E in più, ci descrivono pubblicamente come coloro che minano il regolare svolgimento programmato delle attività ecc.
Di fronte ai ricorsi di PresidioEuropa No TAV qual è la ragione che ci oppongono i giuristi europei sobillati dal Governo Draghi e dal suo ministro Giovannini, con i buoni consigli di TELT?
Eccola: La divulgazione integrale del documento potrebbe compromettere la sicurezza pubblica.
Permetteteci questa citazione della Commissione europea, sono frasi tremende e inaccettabili, da rispedire al mittente.
Public disclosure of these dates could, as in the past, lead to situations that could threaten the smooth planned progress of the activities and undermine the security measures protecting the worksite and safeguarding the minimum safety conditions of workers, ensuring public and private safety in the project area. There is a real and not hypothetical risk that public access to this information would pose a threat to public order and security.
“La divulgazione pubblica di alcune date potrebbe, come in passato, portare a situazioni che potrebbero minacciare il regolare svolgimento programmato delle attività e minare le misure di sicurezza che proteggono il cantiere e salvaguardano le condizioni minime di sicurezza dei lavoratori, garantendo la sicurezza pubblica e privata nell’area del progetto.
Esiste un rischio reale e non ipotetico che l’accesso del pubblico a queste informazioni costituisca una minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica.”
Ma siamo proprio sicuri che la nostra resistenza abbia la capacità e la pericolosità fisica che ci viene contestata? Di fronte all’energia fisica, economica, mediatica e politica che viene impiegata dagli Stati e dall’Europa per trapanare la montagna, noi esercitiamo la parte di Davide con la sua misera fionda.
Crediamo che da tempo in Italia – e non solo – i Governi, i partiti politici, quasi tutti i sindacati, quasi tutti i media animino un conflitto contro tutte le resistenze popolari, che sono rappresentate come “minacce al regolare svolgimento programmato di ogni attività”.
La loro è una narrazione che fa strame dei diritti dei cittadini e della sempre richiamata necessità di una reale partecipazione popolare alle decisioni per il futuro del nostro paese e dell’ambiente in cui dobbiamo vivere.
E’ un bla bla bla insopportabile.
(*) Trasparenza e norme amministrative – trattamento delle richieste di accesso del pubblico sulla base del regolamento (CE) n. 1049/2001 (discussione):
Eleonora Evi (Verts/ALE) – Signor Presidente, onorevoli colleghi, quando si parla di soldi pubblici la trasparenza è un dovere, eppure siamo nel 2022 e abbiamo un regolamento vecchio di vent’anni, a causa soprattutto del blocco opposto dai governi europei in Consiglio, e ancora in UE persistono casi di grave mancanza di trasparenza.
Io parlo del progetto ferroviario ad alta velocità Torino-Lione e degli 813 milioni di euro di soldi pubblici per finanziarlo. CINEA, che è l’agenzia incaricata, continua a negare l’accesso alle informazioni sul finanziamento, richiamando l’eccezione prevista dal regolamento sulla sicurezza pubblica, senza dare però valide motivazioni. Oltre al danno quindi la beffa, perché oltre al devastante impatto ambientale di un progetto scellerato, ai cittadini viene negato il legittimo diritto a verificare che i beneficiari dei soldi pubblici li impieghino rispettando gli obblighi previsti.
Io, quindi, chiedo alla Commissione di far luce su questa inaccettabile situazione, perché il diritto all’accesso ai documenti costituisce uno dei pilastri fondanti dell’assetto democratico della nostra società.
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La Commission européenne et la Médiatrice européenne refusent à PresidioEuropa No TAV l’accès au document complet de la Convention de subvention 2020 – 2022, le contrat de financement Turin-Lyon jusqu’au 31 décembre 2022.
Intervention de l’eurodéputée Eleonora EVI – Verts en plénière du Parlement européen le 10 mars 2022 (*)
Les chantiers de la Lyon Turin ne se réalisent que s’il y a la disponibilité de l’argent européen, italien et français. PresidioEuropa contrôle ces processus bureaucratiques et économiques.
En d’autres termes, nous voulons aussi lire les détails, et pas seulement les gros titres.
À l’époque, nous avons demandé à la Commission européenne, et reçu en totalité, la première convention de subvention – Grant Agreement expirant le 31 décembre 2019.
Cette convention a été renouvelée par CINEA jusqu’au 31 décembre 2022 en raison des diffficultés de TELT à utiliser les fonds octroyés pour réaliser tous les travaux détaillés dans cette Convention avant le 31.12.2019.
Nous avons demandé à CINEA l’accès à la nouvelle Convention mais nous avons reçu un texte fortement censuré dans toutes ses parties contenant le calendrier et les montants détaillés du financement prolongé au 31.12.2022.
Notre travail pour découvrir les parties censurées de la convention de subvention a duré plus d’un an avec l’assistance professionnelle de la Commission technique/juridique qui assiste le mouvement No TAV et les municipalités du val de Suse.
Nous avons d’abord fait appel auprès de la Commission européenne, puis auprès du Médiateur européen pour “mauvaise administration” (qui nous a donné raison dans un premier temps).
Mais tous deux ont finalement refusé notre droit de lire le contenu intégral du financement européen.
L’arrogance de la Commission est telle qu’elle a également remis le même document censuré aux députés européens qui, bien que se trouvant dans la même situation que nous, n’ont pas été en mesure de faire entendre leur voix malgré nos nombreux rappels.
Nous disons que TELT est incapable de gérer le projet ; en censurant ce contrat, ils nous enlèvent la possibilité de dénoncer cette réalité avec des preuves.
En outre, nous sommes publiquement décrits comme portant atteinte au déroulement régulier des activités, etc.
Face aux appels de PresidioEuropa, quelle est la raison opposée par les juristes européens poussés par le gouvernement Draghi et son ministre Giovannini, avec les bons conseils de TELT ?
Le voici : la divulgation complète du document pourrait compromettre la sécurité publique.
Permettez-nous cette citation de la Commission européenne, ce sont des phrases terribles et inacceptables, à renvoyer à l’expéditeur.
Public disclosure of these dates could, as in the past, lead to situations that could threaten the smooth planned progress of the activities and undermine the security measures protecting the worksite and safeguarding the minimum safety conditions of workers, ensuring public and private safety in the project area. There is a real and not hypothetical risk that public access to this information would pose a threat to public order and security.
“La divulgation publique de certaines dates pourrait, comme par le passé, conduire à des situations susceptibles de menacer le bon déroulement prévu des activités et de porter atteinte aux mesures de sécurité qui protègent le site et préservent les conditions minimales de sécurité des travailleurs, assurant la sécurité publique et privée dans la zone du projet.
Il existe un risque réel et non hypothétique que l’accès du public à ces informations constitue une menace pour l’ordre et la sécurité publics.”
Mais sommes-nous vraiment sûrs que notre résistance a la capacité et le danger physique qui sont mis en cause ? Face à l’énergie physique, économique, médiatique et politique déployée par les États et l’Europe pour forer la montagne, nous jouons le rôle de David avec sa fronde dérisoire.
Nous pensons qu’en Italie – et ailleurs – les gouvernements, les partis politiques, la quasi-totalité des syndicats et la quasi-totalité des médias mènent depuis un certain temps un conflit contre toute résistance populaire, présentée comme une “menace pour le déroulement régulier de toute activité”.
Leur récit se moque des droits des citoyens et de la nécessité toujours réitérée d’une réelle participation populaire aux décisions concernant l’avenir de notre pays et l’environnement dans lequel nous devons vivre.
C’est un bla bla bla insupportable.
(*) Eleonora Evi (Verts/ALE) – (IT) Monsieur le Président, Mesdames et Messieurs, lorsqu’il s’agit d’argent public, la transparence est une nécessité. Pourtant, nous sommes en 2022 et nous avons un règlement vieux de 20 ans, principalement en raison du blocage auquel se sont opposés les gouvernements européens au sein du Conseil, et des cas de grave manque de transparence persistent encore dans l’UE.
Je parle du projet de train à grande vitesse Turin-Lyon et des 813 millions d’euros d’argent public pour le financer. CINEA, l’agence responsable, continue de refuser l’accès aux informations sur le financement, en invoquant l’exception prévue par le règlement sur la sécurité publique, mais sans donner de raisons valables. Aux dommages s’ajoute donc la moquerie, car en plus de l’impact environnemental dévastateur d’un projet honteux, les citoyens se voient refuser leur droit légitime de vérifier que les bénéficiaires de l’argent public l’utilisent conformément à leurs obligations.
Je demande donc à la Commission de faire la lumière sur cette situation inacceptable, car le droit d’accès aux documents est l’un des piliers fondateurs de l’ordre démocratique de notre société.