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L’incontro, che si presenterà nella forma del convegno aperto, intende avvicinare in modo costruttivo, cercando convergenze e possibili azioni comuni, la cultura laica e quella religiosa sulla sempre più pressante esigenza di salvaguardia del Pianeta e degli esseri viventi che lo abitano.
I relatori saranno chiamati a confrontarsi, tra loro e con il pubblico presente ai lavori, sulle più opportune azioni di contrasto ai cambiamenti climatici, sulla capacità dei Governi di avviarsi concretamente in questa direzione, sul peso che le regole dell’economia hanno su questa deriva ambientale, sugli effetti positivi che una nuova giustizia economica potrebbe portare all’ambiente, sul come l’Essere Umano con la sua cultura razionale e con la sua spiritualità possa intervenire su scelte che cadono su di esso sempre dall’alto, sulle correlazioni tra l’esigenza di pace e reciprocità tra Popoli e rispetto verso la Terra, intesa come parte del Creato.
Messaggio ispiratore di ogni intervento sarà l’enciclica “LAUDATO SI’” di Papa Francesco, attraverso la quale diverse scuole di pensiero potranno mettere a fuoco convergenze e distanze ancora da colmare.
Il Movimento No Tav, attraverso le sue aree di lavoro specifiche che hanno data corso a questa iniziativa, si identifica come portatore di queste tematiche sin dalle proprie origini.
La storica opposizione ad una linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione ha visto coagulare tra loro esigenze fondamentali quali la tutela ambientale sul territorio, la legittima voce delle comunità coinvolte, la dignità e rispetto delle persone, calpestate con pesanti restrizioni di prerogative costituzionali, il rifiuto di modelli di sviluppo devastanti, la negazione dell’utilità di grandi opere infrastrutturali quando più fini a se stesse che a obiettivi di pubblica utilità, il rifiuto di politiche che in una perdurante stagnazione economica continuano a proporre modelli di crescita infinita, tanto improbabili quanto tangibilmente inefficaci.
Il NO alla più inutile, costosa ed obsoleta delle grandi opere è stato strumento per aprire gli occhi e guardare oltre, strumento che dalla Valle di Susa, ormai da decenni, si è condiviso ovunque, con movimenti di cittadini in Italia, in Europa e nel mondo intero.
L’orizzonte di osservazione che l’enciclica ha perfettamente individuato e trasmesso a milioni di persone è risultato in piena sintonia con la coraggiosa replica che sin dal 2006 il Movimento No Tav dovette opporre alla sprezzante definizione “nimby”, acronimo inglese di “Non nel mio cortile”.
La Valle di Susa si proclamò in diritto di difendere questo cortile-giardino-casa comune, rivendicandone un’ampiezza che riguardava tutti:
Non nel Nostro cortile perché è così grande che appartiene a tutti ed è dovere di tutti custodirlo.
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