LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE
Gentile Direttore de La Repubblica,
e, p.c. : Egr. Sig. Sergio Chiamparino – Presidente della Giunta Regionale del Piemonte
Lettera Aperta - La Francia deve chiarire la sua posizione sulla Torino-Lione: ha un margine di ambiguità e non va bene.
Nell’articolo apparso oggi su La Repubblica – Torino la giornalista Maria Chiara Giacosa riporta che il Presidente della Giunta Regionale del Piemonte Sergio Chiamparino ha affermato che “La Francia deve chiarire la sua posizione sulla Torino-Lione: ha un margine di ambiguità e non va bene. La Francia ha iniziato prima, è più avanti noi sui cantieri, e adesso ci ripensa?”.
Ci permettiamo di credere che il Presidente Chiamparino non sia ben informato: sono anni che l’Alta Amministrazione della Francia (Conseil Général des Ponts et chaussées nel 1998, Inspection Générale des Finances insieme al Conseil Général des Ponts et Chaussées nel 2003, la Corte dei conti nel 2009 e nel 2012, il Presidente della Commission Mobilité 21, il deputato Philippe Duron) allerta il potere politico dell’insostenibilità di molti progetti ferroviari, tra i quali la Torino-Lione.
Sulla scia delle allerte che l’Alta Amministrazione francese aveva inviato al Presidente precedente, il nuovo inquilino dell’Eliseo, nell’ambito di una profonda ristrutturazione delle spesa pubblica, ha affermato a Rennes il 1° luglio (dunque 3 settimane fa, ma nessuno se n’era accorto…): “La Francia deve oggi concentrare di più i suoi investimenti sul rinnovamento della rete esistente… questo è l’orizzonte del quinquennato.”
Non crediamo che la posizione della Francia sia quindi ambigua. Siamo invece certi che la Francia ha il diritto di ripensarci.
Siamo di fronte ad un processo decisionale che è iniziato da tre settimane e che, al termine delle Assise della Mobilità previste per il mese di settembre 2017 e ampiamente partecipate, si concluderà nel 2018 con l’approvazione da parte del Parlamento francese del Piano di Mobilità che conterrà la qualità e la quantità degli investimenti per la mobilità delle persone e delle merci in Francia nel prossimo quinquennio.
Forse il Presidente Chiamparino non è al corrente che la vera ambiguità del progetto Torino-Lione, al di là della sua inutilità, è l’iniqua ripartizione dei costi (ex art. 18 Accordo del 2012) che impone all’Italia di pagare per i suoi 12 chilometri del tunnel transfrontaliero di 57 chilometri, la maggior parte dell’investimento.
La Francia dovrebbe pagare il 42,1% per i suoi 45 km in Francia, mentre l’Italia pagherebbe il 57,9% di tutti i costi per i suoi 12,2 km che insistono sul territorio nazionale italiano.
Salvo il probabile aumento del costo certificato di €8,6 miliardi, l’Italia pagherebbe €2,99 miliardi (costo al km per 12,2 km: €245 milioni), mentre la Francia dovrebbe versare €2,17 miliardi (costo al km per 45 km: 48 milioni di €). L’Unione Europea dovrebbe investire €3,44 miliardi di € (60 milioni al km). https://www.presidioeuropa.net/blog/?p=9871
Ebbene la Francia, nonostante questa generosità italiana, dimostra oggi la sua libertà di decisione. Ci auguriamo che Chiamparino, nel momento in cui discuterà del progetto con i suoi amici francesi, Gentiloni e Delrio, si ricordi di citare questa verità incontestabile: l’Italia ha ceduto una parte della sua sovranità alla Francia.
Sulla perdita della sovranità dell’Italia ci aspettiamo una dichiarazione ufficiale da parte del Presidente Chiamparino.
Qui abbiamo riportato alcuni articoli dai media francesi che offrono ampie spiegazioni sul processo di ristrutturazione della spesa ferroviaria (e non solo) francese. La Pausa : Dossier dalla Francia
Cogliamo l’opportunità per rallegrarci con il Presidente Chiamparino che finalmente pare cominci a capire l’inutilità di quest’opera, dato che afferma che “il suo valore effettivo è prossimo a quello simbolico” che è immateriale per definizione.
Qui sotto trovate tre post attraverso i quali è possibile formarsi un giudizio più approfondito sulla questione “Pausa francese della Torino-Lione”.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
PresidioEuropa No TAV
La Pausa : Dossier dalla Francia
lug – 22 – 2017
Pubblichiamo per la comprensione della “pausa” francese alcuni articoli di vari media francesi. Il primo articolo è importante in quanto illustra l’obiettivo delle Assise della Mobilità e le conseguenti decisioni del Governo francese. http://www.ville-rail-transports.com/lettre-confidentielle/assises-mobilite-elisabeth/ 20 Juillet 2017 Lettre confidentielle , Mobilité , Politique , Assises de la mobilité Assises de la mobilité : Elisabeth Borne fixe le cap Auditionnée mercredi en commission à l’Assemblée nationale et jeudi au Sénat, invitée jeudi
Le dimissioni del generale Pierre de Villiers, un esempio da seguire dai capi di TELT (Torino-Lione)
lug – 20 – 2017
Le dimissioni del generale Pierre de Villiers, un esempio da seguire dai capi di TELT Ci aspettiamo che dopo l’annuncio della pausa di riflessione francese sulla Torino-Lione, i capi di TELT, i Legionari d’Onore Hubert du Mesnil e Mario Virano, con uno scatto d’orgoglio in difesa delle loro idee, diano le dimissioni come ha fatto il capo di stato maggiore dell’esercito generale Pierre de Villiers di fronte alla riduzione delle
La Francia: “Facciamo una pausa sulla Torino-Lione”
lug – 19 – 2017
https://reporterre.net/La-ministre-des-transports-Elisabeth-Borne-On-fait-une-pause-sur-le-Lyon-Turin La ministra dei trasporti Elisabeth Borne : “Si fa una pausa sulla Torino-Lione”. 19 luglio 2017 / Intervista con Elisabeth Borne
Repubblica.it torino Chiamparino: Francia ambigua sulla Tav, faccia chiarezza in fretta Il presidente perplesso per la pausa di riflessione annunciata dal ministro dei Trasporti
di MARIACHIARA GIACOSA22 luglio 2017 (ansa) |
“La Francia deve chiarire la sua posizione sulla Torino-Lione: ha un margine di ambiguità e non va bene”. E’ preoccupato il presidente della Regione Sergio Chiamparino per “la pausa di riflessione sulla Tav” annunciata dalla ministra francese Elisabeth Borne.
Come interpreta questa dichiarazione?
“Se la pausa proclamata riguarda solo la tratta francese, mi sembra una scelta non solo legittima, ma anche necessaria e utile, noi l’abbiamo già fatto con il progetto low cost. Se invece lo stop riguardasse la parte internazionale, sarebbe paradossale. La Francia ha iniziato prima, è più avanti noi sui cantieri, e adesso ci ripensa?”.
Quindi anche lei chiede chiarimenti?
“Ho parlato con il premier Paolo Gentiloni, per avere rassicurazioni sulle posizioni di Macron e del suo governo. Anche lui si muoverà per saperne di più, ma era a conoscenza del problema e mi ha rassicurato. Per quanto mi riguarda ho scritto al mio collega francese presidente della Regione Auvergne Rhone Alpes per vedere se insieme possiamo ottenere qualche certezza. Poi userò i miei contatti nel governo francese: il ministro dell’interno, che è stato per anni sindaco di Lione e che conosco bene. Mi auguro arrivi a breve un chiarimento ufficiale”.
Teme che questo possa risvegliare la protesta?
“La Tav ha un alto valore simbolico, che è quasi superiore a quella effettivo. E’ chiaro che un qualsiasi battito di farfalle a proposito della Torino-Lione rischia di scatenare una tempesta”.
A proposito di questo c’è il rischio licenziamenti dei 50 lavoratori di Chiomonte: lei aveva chiesto un intervento per salvaguardarli. Siete arrivati all’accordo?
“Ogni posto di lavoro per il lavoratore e la sua famiglia ha un valore incommensurabile, ma questa è una vertenza emblematica. E sarebbe bene che i responsabili dell’opera, a partire da Telt, capissero che conviene trovare una soluzione per la continuità di lavoro e, in particolare, per quei lavoratori. Per evitare che qualcuno ci salti sopra per riaccendere le polemiche sull’opera”.
Qual è il clima in Valsusa?
“Il conflitto ora riguarda una minoranza, nemmeno tutta valsusina. La Tav è un totem della sinistra antagonista, però mi pare che la maggioranza delle persone, via via che si fanno i lavori, si renda conto dell’importanza dell’opera e del fatto che non ci sono particolari compromissioni ambientali. Non è però una situazione data per sempre: bisogna vigilare e evitare di creare problemi”.
Come giudica l’atteggiamento di Telt?
“Dopo il tavolo in Prefettura, posso dire che c’è la giusta attenzione a tutelare i lavoratori e non creare occasioni di conflitto. Ci siamo impegnati affinché non ci siano licenziamenti fino a maggio 2018 e, comunque, fin quando non ci saranno soluzioni condivise. Nel frattempo, si lavorerà per far partire nuovi appalti che avranno una clausola di salvaguardia per i lavoratori locali. Come abbiamo fatto per il Terzo Valico: ci sarà un sistema di premialità per le aziende che occupano manodopera locale”.
A proposito di segnali al territorio: sulle compensazioni ci sono novità?
“Abbiamo scritto oggi al ministero dei trasporti per chiedere di sbloccare le risorse già disponibili, sul resto dei finanziamenti abbiamo l’impegno del ministro Delrio e aspettiamo segnali concreti”.