La richiesta dell’INEA di conoscere entro il 26 luglio 2019 la posizione che l’Italia e la Francia intendono riservare alla Torino-Lione deve essere respinta dal Governo italiano.

L’INEA è un’agenzia della Commissione Europea e agisce solo per l’esecuzione del contratto di finanziamento europeo dal punto di vista dei Regolamenti e non dispone di un potere politico che è prerogativa dei Commissari.

A meno che il Governo italiano non abbia già archiviato il progetto Torino-Lione (dubitiamo fortemente di questa ipotesi), il primo ministro Conte dovrebbe confermare pubblicamente che ogni decisione sulla Torino-Lione sarà comunicata alla prossima Commissione europea e ai prossimi Commissari europei alla fine di ottobre 2019, a seguito delle intese con la Francia da raggiungere nei prossimi mesi sulla base del Contratto di Governo.

Nel frattempo l’Italia deve comunicare alla CIG e a TELT che i bandi devono essere fermati.

Fino a quando i due Stati Membri Italia e Francia non si accorderanno pubblicamente, la Commissione Europea attuale (e alla fine del suo mandato) non deve assumere alcuna decisione che rappresenti il “punto di non ritorno” per favorire le lobby che promuovono la Grande Opera. Deve essere esclusa anche la proroga del Grant Agreement che scadrà il 31/12/2019.

Ricordiamo che l’Italia può tuttavia uscire autonomamente dal Progetto Torino-Lione senza costi impugnando l’art. 17 del Regolamento CEF che afferma: I progetti descritti nella parte I dell’allegato I (tra i quali la Torino-Lione, n.d.r.) non sono vincolanti per gli Stati membri nelle loro decisioni di programmazione. La decisione di attuare tali progetti spetta agli Stati membri e dipende dalle capacità di finanziamento pubblico nonché dalla loro fattibilità socioeconomica conformemente all’articolo 7 del regolamento (UE) n. 1315/2013. Cfr. Il Parere del Prof. Sergio Foà che illustra perché l’Italia può abbandonare il progetto.

Intanto Conte, Di Maio e Toninelli devono agire in difesa dei contribuenti italiani e ribadire al socio Salvini e all’opposizione in Parlamento che l’Italia non deve in ogni caso finanziare la Francia.

Su questo argomento La Stampa del 9 luglio 2019 ha fornito una notizia solo verosimile dato che la scadenza del 26 luglio 2019 data da INEA era già stata anticipata il 24 giugno dalla Commissaria Violeta Bulc “entro luglio”, non è quindi una proroga.

Ma questo il Governo italiano lo sa da tempo, ma  i ministri Di Maio e Toninelli proseguono a non comunicare cosa hanno in mente.