PresidioEuropa

Comunicato Stampa

franco italiano

Firenze, 10 novembre 2012

Torino – Lione

Jean-Marc AYRAULT e Mario MONTI

si incontrano a Parigi lunedì 12 novembre 2012


Gli oppositori italiani e francesi alla Nuova Linea Ferroviaria Torino-Lione, riuniti nel Forum “Firenze 10 + 10“, considerano che la decisione del Primo Ministro francese Jean-Marc Ayrault di ricevere il Presidente del Consiglio italiano Mario Monti è un ulteriore segnale delle difficoltà di risolvere l’aggravarsi della crisi economica e finanziaria dei due Paesi. In fondo al tunnel non c’è la luce ma buio fitto, ma i due Governi insistono a inventare problemi per giustificare le vecchie soluzioni

Italia e Francia non possono insistere nella Torino-Lione, un’impresa dannosa per entrambi, anche alla luce dell’ulteriore intervento della Corte dei Conti francese che ha certificato che i termini dell’Accordo di Torino del 29 gennaio 2001 sono superati, considerando anche che il costo dell’opera è aumentato da 12 a oltre 26 miliardi di euro.

  • La linea esistente non è satura e non lo sarà in futuro, oggi viene utilizzata a meno del 20% della sua capacità.
  • I costi di progettazione e geognostici sono triplicati prima ancora che la realizzazione vera e propria del tunnel ferroviario sia iniziato in Italia e in Francia.
  • Tutte le previsioni di traffico sono state sovrastimate da oltre 20 anni con una metodologia fuorviante, il transito attuale di merci è oggi inferiore a quelle del 1988.
  • I media francesi hanno messo in evidenza che le inchieste pubbliche in Francia non sono stata condotte in modo imparziale in presenza di palesi conflitti di interesse, tanto che la Corte dei Conti francese ha dovuto ricordare il rispetto delle regole di conduzione di tali inchieste.
  • L’impegno dei due Paesi verso un progetto inutile e di costo insostenibile impedirà ogni investimento sugli assi prioritari nord-sud caratterizzati da volumi di traffico fino a dieci volte superiori all’itinerario est-ovest tra Italia e Francia.

Oggi un regolamento che vieti il transito dei mezzi pesanti che circolano a vuoto attraverso le Alpi e il potenziamento delle autostrade del mare nel Mediterraneo, simili a quelle presenti nella Manica, permetterebbe di ottenere immediatamente una riduzione di almeno un milione di camion l’anno.

Le forzature dei Governi e la politica del fatto compiuto, senza consultazioni né dibattito, rivelano prima di tutto una mancanza di buon senso, una sottomissine alla lobby della Torino-Lione e non possono che evidenziare il superamento dell’Accordo di Torino del 2001.


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