La Commissione consiliare Trasporti del Comune di Torino richiede che i fondi siano trasferiti alla mobilità collettiva e sostenibile nel territorio della Città Metropolitana di Torino e della Regione Piemonte
Ieri 26 settembre 2018 la 2ª Commissione consiliare Viabilità e Trasporti del Consiglio Comunale di Torino ha approvato la Proposta di Ordine del Giorno presentata dal M5S che sostiene l’abbandono della Torino-Lione, opera che il Vice Sindaco Guido Montanari ha giudicato “Grande Opera Inutile”.
Il testo, presentato e difeso dalle Consigliere del M5S Viviana Ferrero e Maura Paoli, sarà sottoposto nelle prossime settimane al Consiglio Comunale di Torino per la votazione finale in aula, impegna la Sindaca di Torino e la Giunta Comunale con un articolato programma di otto punti a spronare il Governo ad accelerare tutte le iniziative annunciate per il riesame del progetto ferroviario Torino-Lione, la revoca dell’attuale Direttore generale di TELT, per abolire il ruolo del Commissario Straordinario del Governo per la Torino-Lione e per sospendere le attività dell’Osservatorio tecnico.
In questo contesto spicca per il positivo effetto che avrebbe per tutti i cittadini di Torino e del Piemonte la decisione di chiedere al Governo di “destinare i fondi attualmente previsti dal Governo per la Torino-Lione sia per la parte internazionale che per la parte italiana, alla mobilità collettiva e sostenibile nel territorio della Città Metropolitana di Torino e della Regione Piemonte”.
Nel corso dei lavori è stato nuovamente richiamato il fatto che il progetto è fermo perché l’articolo 16 dell’Accordo tra Italia e Francia del 2012 non permette l’avviamento della fase di scavo del tunnel fino a quando Italia e Francia non avranno assicurato tutti i fondi necessari al completamento dell’opera.
L’inserimento di questa previsione nell’Accordo del 2012 è stato un atto meritorio che richiama oggi il Governo ad operare con responsabilità e prudenza.
Questa fase di pausa permette infatti al Governo non solo una più matura riflessione sull’autentica “necessità” di iniziare i lavori definitivi del progetto (scavo del tunnel) ma anche e soprattutto di attivare “la partecipazione del pubblico in una fase iniziale (del progetto, N.d.R.), quando tutte le alternative sono ancora praticabili e tale partecipazione può avere un’influenza effettiva l’ascolto di tutte le parti”, come previsto dalla Convenzione di Århus, legge dello Stato in Italia, Francia e Unione europea.
Vi è stata un ricco dibattito che il consigliere Claudio Lubatti del PD ha inutilmente tentato di ostacolare ricorrendo a cavilli regolamentari, prima di abbandonare sconfitto l’aula.
La consigliera Eleonora Artesio di Torino in Comune – La Sinistra ha sostenuto il testo dell’Ordine del Giorno.
Il Vice Sindaco Guido Montanari ha quindi invitato i tecnici della Commissione Torino-Lione nominati dalla Giunta Comunale nel 2016 che collaborano a titolo gratuito, prof. Angelo Tartaglia, prof. Alberto Poggio e ing. Roberto Vela, ad illustrare alcuni aspetti tecnici relativi allo stato dei lavori (… non un metro del tunnel di base è stato scavato) e ai traffici delle merci con la Francia attraverso le montagne piemontesi (… in diminuzione da decenni).
È stato anche ricordato dai tecnici che l’investimento, al netto dei contributi dell’UE sempre che siano confermati nel prossimo bilancio pluriennale UE 2021-2027 la cui approvazione è prevista nel 2020, sarà a carico soprattutto dall’Italia che dovrebbe pagare il 57,9% di tutto il tunnel (per riceverne solo 12 km) a fronte del 42,1% per la Francia (sul cui territorio giacciono 45 chilometri).
Allo stato attuale, il progetto Torino-Lione, ormai terminate le attività di studio geologico nel cantiere della Maddalena in Italia e in via di completamento quelle in Francia, non può passare alla fase successiva di scavo del tunnel di base perché l’articolo 16 dell’Accordo tra l’Italia e la Francia del 2012 impone di stanziare tutti i fondi necessari all’intera realizzazione dell’opera, decisione non ancora presa dalla Francia e dall’Italia.
Il Governo francese, anche se il maggior costo dell’intero tunnel di base ricadrà sulle spalle del Bilancio italiano, non ha ancora messo a disposizione i suoi fondi per realizzare il tunnel di base. La Francia si trova quindi ancora nella fase definita “pausa” dalla Ministra dei Trasporti Elisabeth Borne il 19 luglio 2017.
Il Governo italiano non ha ancora assicurato la disponibilità di tutti i fondi, come richiesto negli Accordi con la Francia, per iniziare i lavori di scavo del tunnel di base, lo ha confermato la Delibera CIPE 67/2017: “l’opera comporta un importo residuo da finanziare per la quota italiana pari a 2.681,59 milioni di euro, inclusa la quota a carico dell’Unione europea ancora da determinare, più 57,26 milioni di euro per ulteriori misure di accompagnamento, per un totale di 2.738,85 milioni di euro”.
I fondi europei necessari per realizzare il tunnel di base non sono ancora disponibili tanto che la Commissaria Violeta Bulc ha dichiarato il 13 settembre 2018 che per “i finanziamenti post 2020 è prima necessario concludere i negoziati sul quadro finanziario pluriennale” (it is first necessary to conclude the negotiations on the Multi-Annual Financial Framework).