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Nuova sede per la targa a memoria dei lavoratori morti per il traforo storico del Fréjus

Trova casa nella stazione di Torino Porta Nuova la lapide in memoria dei caduti sul lavoro durante lo scavo del tunnel ferroviario del Fréjus concluso nel 1871, promossa da TELT – promotore pubblico per la realizzazione della sezione transfrontaliera della Torino-Lione, Genio Civile, Rete Ferroviaria Italiana e Collegio degli Ingegneri Ferroviari Italiani in occasione dei 150 anni del traforo. La Pietra di granito nero è stata posizionata questa mattina, in occasione della Festa dei Lavoratori che si celebra domani, sotto i portici della stazione lungo via Nizza. In rappresentanza dei promotori della targa erano presenti l’ingegner Angelo Cantore, il Direttore generale di TELT Mario Virano, l’ingegner Andrea De Micheli e il Professor Mario Villa.

La lapide, che ricorda il sacrificio dei 48 lavoratori morti durante la realizzazione del traforo, era stata svelata il 5 settembre 2021 alla presenza delle istituzioni europee in occasione del passaggio a Torino del Connecting Europe Express, il treno Ue per promuovere il trasporto su rotaia nell’anno dedicato dalla UE alle ferrovie. Era stata poi esposta nell’ambito della mostra “Di Pietra e Ferro: 150 anni del traforo del Fréjus”, allestita con la collezione storica di TELT e il messaggio del Presidente della Repubblica, al Museo Nazionale del Risorgimento di Torino. Recentemente la Soprintendenza di Torino, dopo le dovute valutazioni, ha dato il suo benestare per il posizionamento della lastra commemorativa alla stazione Porta Nuova.

  • AGGIORNATO IL 23 05 2022

La mostra “Di pietra e ferro: 150 anni del traforo del Fréjus”

Inaugurata il 17 settembre 2021 la mostra “Di pietra e ferro: 150 anni del Traforo del Fréjus” visitabile fino all’1 novembre 2021 al Museo del Risorgimento Italiano di Torino.

Il percorso espositivo celebra i 150 anni del traforo ferroviario che per la prima volta collegò due città, Bardonecchia e Modane, attraverso una catena montuosa. Era il 17 settembre 1871 e i festeggiamenti per questo passaggio storico nei collegamenti europei durarono per tre giorni.

La storia di quell’epopea si snoda attraverso documenti, tavole, foto e litografie provenienti dalla collezione storica di TELT e testimonianze originali dagli archivi del Museo. Due percorsi paralleli nel Corridoio della Camera Italiana raccontano quei 14 anni di lavori: da un lato l’infrastruttura, dalla proposta alla realizzazione, fino alle celebrazioni, inquadrata anche in un contesto di eventi internazionali; dall’altro, i protagonisti che furono “motori” dell’opera con le idee (i politici Cavour e Menabrea), le innovazioni scientifico-tecnologiche (gli ingegneri Sommeiller, Grandis, Grattoni), il lavoro (le società operaie, i lavoratori locali e immigrati).

Il Traforo del Frejus – spiega il presidente del Museo Nazionale del Risorgimento, Mauro Caliendo – vide la luce grazie all’insistenza tenace di Camillo Cavour, il primo ministro di Vittorio Emanuele II, nonostante critiche e contrarietà. Le sue parole io nutro ferma fiducia che voi coronerete la vostra opera con la più grande delle imprese moderne deliberando il perforamento del Moncenisio furono pronunciate in un appassionato discorso proprio qui a Palazzo Carignano nella Camera del Parlamento Subalpino, che è il cuore del Museo Nazionale del Risorgimento. La mostra racconta dunque una storia che ci appartiene, una storia che porterà alla realizzazione di un’opera importantissima per lo sviluppo dell’Italia tra Ottocento e Novecento perché permise il collegamento con le grandi capitali d’Europa, il progresso nelle infrastrutture, nelle tecnologie e nei commerci. Una mostra che su questi temi saprà certamente suscitare riflessioni anche oggi.

 

Lo scavo del Fréjus – aggiunge il direttore generale di TELT, Mario Virano – è una storia di visione europea, di innovazioni scientifico-tecnologiche pionieristiche, di lavoro che ha cambiato i destini dei territori interessati, proiettandoli in Europa già a fine Ottocento, lasciando importanti ricadute visibili ancora ai giorni nostri. Per questo, a 150 anni dalla sua realizzazione, e nell’Anno Europeo delle Ferrovie, abbiamo voluto condividere il racconto di quell’epopea. Sentiamo la responsabilità di tramandare l’archeologia del sotterraneo, raccogliendone le testimonianze e mettendole a disposizione di appassionati, studiosi e grande pubblico. La mostra è un mix di messaggi e testimonianze del passato, miniera di informazioni d’interesse storico-ingegneristico di livello internazionale, fortemente attuali e proiettati nel futuro. Abbiamo voluto porre l’accento su alcuni elementi di questa storia come uno sguardo alle nostre radici per guardare avanti, convinti che le grandi sfide portino a grandi risultati. L’epopea del Fréjus lo dimostra.

La mostra vuole dare evidenza ad alcuni elementi sul Fréjus, realizzato negli stessi anni in cui si “costruiva” l’Italia: è l’opera che ha dato inizio alla storia delle grandi gallerie alpine ed è la prima grande strada per l’Europa; rappresentò una sfida enorme dal punto di vista ingegneristico (13 km completati in 14 anni) e finanziario; si iniziò scavando a mano i fori per le mine, si terminò con l’utilizzo delle perforatrici meccaniche.

Punto di partenza è una lapide commemorativa dei caduti sul lavoro durante lo scavo promossa da TELT, Genio Civile, Rete Ferroviaria Italiana e Collegio degli Ingegneri Ferroviari Italiani per i 150 anni del traforo, svelata il 5 settembre alla presenza delle istituzioni europee in occasione del passaggio a Torino del Connecting Europe express.

L’esposizione in doppia lingua, italiano e francese, come il cantiere che racconta, è visitabile fino al 1° novembre 2021 con il biglietto di ingresso al Museo ed è gratuita per i possessori delle tessere Abbonamento Musei Piemonte e Torino Piemonte Card.

Media partner dell’iniziativa è Torino Storia.

  • AGGIORNATO IL 06 12 2022