Il Gruppo Cattolici per la Vita della Valle ha scritto una Lettera Aperta al Presidente di TELT.
TELT è una società pubblica di diritto francese, controllata paritariamente dagli Stati francese e italiano, che ha un’unica missione: realizzare il Tunnel a due canne lungo 57,5 km Torino-Lione, un Crimine Climatico, utilizzando il denaro dei contribuenti italiani, francesi e della UE.
Unica missione significa che TELT non dovrebbe spendere milioni di euro in pubblicità a spese dei contribuenti, come certificato a pagina 29 del Bilancio 2019.
Secondo quanto ha scritto la Corte dei Conti Europea, TELT ha dimostrato di non essere all’altezza del compito affidatole a causa dei ritardi e dell’aumento dei costi (cfr. pagine 30-40-53 del Rapporto Speciale n. 10/2020).
Il Presidente du Mesnil (come dice lo Statuto) vigila sul buon funzionamento degli organi della Società e la rappresenta nei confronti dei terzi. E’ quindi il responasabile della hybris (tracotanza, eccesso, superbia, orgoglio, prevaricazione) che TELT adotta nelle sue relazioni esterne e che la Lettera Aperta descrive. Si tratta con tutta evidenza di un comportamento contrario all’umiltà, virtù che du Mesnil ha praticata nella veste di Direttore per sette anni del Collège des Bernardins, che definisce una “scuola di umiltà”.
Du Mesnil ha infatti affermato pubblicamente nel suo articolo Beata umiltà pubblicato dal Magazine du Collège lo scorso luglio: “Le nostre certezze, le nostre previsioni, i nostri piani… tutto è stato messo in discussione.“E ora tutto deve essere ricostruito e ripensato”, senza rendersi conto della contraddizione quando nel suo agire professionale afferma esattamente il contrario: “TELT conferma che il Tunnel Torino-Lione sarà operativo nel 2030 !
Dopo ciò che ha scritto Hubert du Mesnil nel suo articolo, per coerenza dovrebbe dare le dimissioni.
Gruppo Cattolici per la Vita della Valle
Monsieur Hubert du Mesnil, Presidente TELT sas
e, p.c. Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo metropolita di Torino e Amministratore apostolico diocesi di Susa
Valle di Susa, 5 dicembre 2020
Gentile sig. Hubert du Mesnil,
scriviamo una Lettera Aperta a Lei per il ruolo che ricopre all’interno della società TELT (Presidente) e per quello che ha ricoperto, fino a pochi mesi fa, all’interno del prestigioso Collège des Bernardins di Parigi (Direttore).
Siamo rimasti colpiti da alcuni passaggi della riflessione sulla “Bienheureuse humilité” (Beata umiltà) che Lei ha redatto per il Magazine du Collège* lo scorso luglio.
In particolare Lei scrive: “Cette période de crise que nous avons traversée a été une école d’humilité… Nos certitudes, nos prévisions, nos projets… tout a été remis en cause. Ce que personne n’arrivait à faire ou n’osait imaginer a été obtenu par une mystérieuse contagion qui a pris possession de la planète.” “Questo periodo di crisi che abbiamo attraversato è stato una scuola di umiltà… Le nostre certezze, le nostre previsioni, i nostri piani… tutto è stato messo in discussione. Quello che nessuno poteva fare o osava immaginare è stato raggiunto da un misterioso contagio che ha preso il controllo del pianeta”.
E’ vero, il mondo si trova a dover fare i conti con una nuova pandemia di vaste proporzioniche noi, del mondo industrializzato occidentale e orientale, non immaginavamo. Ci sentivamo al riparo da certe sciagure convinti com’eravamo dei notevoli traguardi raggiunti in campo medico e tecnologico. Nessuno “osava immaginare”.
Pensiamo tuttavia, che forse sarebbe più scrupoloso dire che si aveva paura ad immaginare, oppure che proprio non si voleva immaginare.
Non mancavano infatti autorevoli avvertimenti: l’UNEP (United Nations Environment Programme) nel rapporto “Frontiers 2016” avvertiva che le zoonosi «sono in aumento, mentre le attività antropiche continuano a innescare distruzioni inedite degli habitat selvatici (…) e minacciano lo sviluppo economico, il benessere animale e umano e l’integrità degli ecosistemi ».
Vi è una connessione tra epidemia e attività antropiche. Molti studiosi ritengono che la pandemia di coronavirus è nata dallo stress che l’Antropocene ha inflitto agli ecosistemi planetari e identificano nel “The Great Acceleration” le condizioni ambientali che hanno contribuito alla trasformazione delle infezioni: sovrappopolamento urbano nelle metropoli, deforestazione, grande intensificazione degli allevamenti intensivi, modifica dell’uso del suolo, ecc…
In poche parole si potrebbe riassumere che noi, esseri umani, con le nostre decisioni siamo diventati, nell’evoluzione della vita sulla Terra, la più implacabile macchina di distruzione del pianeta.
Ecco la questione che desideriamo metterLe in evidenza, fiduciosi di un suo riscontro in merito.
Se identifichiamo l’umiltà come virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma di orgoglio, superbia, sopraffazione, anche noi, come Lei, riteniamo che il futuro “est à repenser” e, con Papa Francesco, che questo futuro passa attraverso la conversione. La Laudato Si’ [n°66] richiama al ripristino della relazione dell’uomo con la terra.
L’essere inclini alla presunzione di assumere il controllo sulla natura denota un atteggiamento tutt’altro che umile.
Umiltà può dunque voler dire ascoltare il “grido della Terra” e abbandonare gli stili di vita che sono all’origine del “misterioso contagio” che, a questo punto, non è più tanto misterioso.
Anche noi, come Lei, siamo dei cristiani che si occupano del progetto TAV Torino-Lione: se ci accomuna l’appartenenza alla Chiesa Cattolica, ci differenzia però l’assenso ad assecondare la realizzazione di tale opera.
Lei dice che “tutto è stato messo in discussione”. Non ci risulta, il progetto TAV Torino-Lione non è stato messo in discussione e in questo ultimo periodo sgomita freneticamente per volersi riposizionare nel “consorzio green”.
Eppure ci sono molti elementi che lo rendono causa, piuttosto che rimedio, alla grave situazione ambientale appena descritta. Le emissioni di CO2 che prevedete ci saranno in fase di cantiere non rispondono alla legge sul clima del 7 ottobre scorso del Parlamento Europeo che fissa l’obiettivo di ridurle del 60% entro il 2030.
Il 15 marzo dello scorso anno 2019, Lei esaltava in RAI Radio 1 “la magnificenza del cantiere di Chiomonte”. Alla luce dell’insegnamento ricevuto dalla pandemia ci aspettiamo un ripensamento circa la volontà di proseguire su un binario che non conduce al benessere dell’umanità.
La salutiamo cordialmente
Gruppo cattolici per la vita della valle
Paolo Anselmo (Bruzolo), Laura Favro Bertrando (Sant’Antonino), Rosanna Bonaudo (Caprie), Elisa Borgesa (Chiusa San Michele), Eugenio Cantore (Sant’Ambrogio), Maria Grazia Cabigiosu, Donatella Giunti, Mira Mondo (Condove), Roberto Perdoncin (Susa), Giorgio Perino (Bussoleno), Gabriella Tittonel (Villar Dora)
*L’articolo cui facciamo riferimento è leggibile sul sito: https://www.collegedesbernardins.fr/content/bienheureuse-humilite
COLLÈGE DES BERNARDINS MAGAZINE ESTATE 2020
BEATA UMILTÀ
Può sembrare azzardato parlare di umiltà al Collège des Bernardins…
Può sembrare audace parlare di umiltà al Collège des Bernardins, quando più spesso si evoca il prestigio della sua storia, il successo del suo restauro, il livello dei suoi maestri o delle personalità che lo frequentano. Ma questo non è un motivo in più per sforzarsi di essere una scuola di umiltà? Non un’umiltà di facciata o di buona coscienza, ma un’umiltà che cerca la vera grandezza dell’uomo nella sua natura, che nutre la sua riflessione sulla Scrittura (“quando sono debole, allora sono forte”), e che si diverte a contemplare l’umiltà dell’Onnipotente.
Ho sperimentato di persona, durante i miei sette anni come direttore del Collegio, quanta umiltà può sostenerci quando, per portare un carico che ci supera, accettiamo di esserne semplicemente l’umile servitore, accogliendo dagli altri tutto ciò che essi fanno di buono e offrono generosamente. Imparare l’umiltà nel Collegio significa accogliere ciascuno per quello che è, qualunque sia la sua condizione o il suo credo, lavorando per la verità nel dialogo con chi è diverso da me, cercando Dio nella realtà della nostra vita, con chi dice di non averlo trovato.
Questo tempo di crisi che abbiamo attraversato è stato una scuola di umiltà, sia per i leader che per ognuno di noi. Le nostre certezze, le nostre previsioni, i nostri piani… tutto è stato messo in discussione. Ciò che nessuno poteva fare o osava immaginare è stato raggiunto da un misterioso contagio che si è impossessato del pianeta.
E ora tutto deve essere ricostruito e ripensato. Se, come Papa Francesco, consideriamo che il futuro del pianeta e dell’umanità, il nostro futuro, passa prima di tutto attraverso la conversione, può darsi che il primo passo di questa conversione si chiami umiltà.
Hubert du Mesnil – Direttore del Collège des Bernardins (maggio 2013 – luglio 2020)