Giovedì 2 giugno 2016 alle ore 15 la Commissione Petizioni del Parlamento europeo ha nuovamente esaminato il progetto Torino-Lione, ha diretto i lavori il vice Presidente, lo slovacco Pál Csáky, MEP del Partito Popolare Europeo.
La Commissione Europea era rappresentata dal sig. Günther Ettl, Direttore Generale Mobilità e Trasporti della Commissione Europea.
Le conclusioni
Le decisioni ufficiali della riunione saranno note non appena il relativo verbale sarà redatto e approvato. Le raccomandazioni finali e verbali del Vice Presidente sono state:
- mantenere le petizioni aperte,
- invio di lettere dal Presidente della Commissione PETI alle autorità italiane e francesi e alla Commissione europea per segnalare gli argomenti contenuti nella petizione e chiedere chiarimenti.
La richiesta di visita ai cantieri del TAV da parte di una delegazione della Commissione PETI presentata dalla MEP Eleonora Evi potrebbe essere definita e confermata nella prossima riunione dei Coordinatori di PETI.
I lavori
L’Ordine del Giorno indicava che le petizioni aventi per oggetto il progetto Torino-Lione all’esame della Commissione erano tre:
- Petizione n. 0735/2008, presentata da Remo Castagneri e Alberto Paolo Veggio, cittadini italiani, corredata di 154 firme, sul collegamento ferroviario Lione-Torino (Valle Susa).
- Petizione n. 0726/2011, presentata da Enrico Venezia, cittadino italiano, sull’opposizione alla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione.
- Petizione n. 1036/2015, presentata da Marco Bava, cittadino italiano, sulla revoca della decisione di costruire la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, che si è presentato come rappresentate della costituenda Associazione Nuovo Modello di Sviluppo.it. Ha esposto i suoi argomenti contro il progetto Torino-Lione – alcuni della quali non corrispondenti al vero – che deve aver prelevato da fonti pubbliche. Al di fuori di un’affermazione a dir poco “eccentrica” nel suo primo intervento (Cfr. più in basso), è stato tuttavia efficace nel secondo. Per quanto noto a PresidioEuropa No TAV il sig. Marco Bava, definito da alcuni media come “disturbatore di assemblee” (Cfr. La Repubblica http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/08/02/il-dolore-dei-micro-azionisti-addio-al-nostro-showTorino02.html?refresh_ce), è uno specialista nelle petizioni al Parlamento europeo avendone presentate 32 negli ultimi quattro anni. Non frequenta la Valle Susa e le riunioni dei Comitati No TAV.
Il sig. Günther Ettl della Commissione Europea ha risposto in modo superficiale e solo al primo intervento del sig. Marco Bava petizionario rif. 1036/2015. In aggiunta a tutto ciò, questo alto funzionario si è ben guardato di replicare – grazie alla benevolenza del Vice Presidente di PETI che non l’ha incalzato – alle coerenti e documentate affermazioni dei MEPs del M5S e della GUE.
La sintesi degli interventi e i link video
Pál Csáky – MEP PPE, Slovacchia – Vice Presidente PETI (1’1”) https://www.youtube.com/watch?v=lHeE50hBJSM Dà la parola ai Petizionari.
Marco Bava – Petizionario rif. 1036/2015 (4’12”) https://www.youtube.com/watch?v=RR5apXQXhWI
Afferma di voler tutelare dalla TAV Torino-Lione i cittadini italiani e francesi, espone i dati di traffico 2014 e quelli irrealistici indicati dall’ACB del 2023, l’impossibilità del bilancio energetico, la presenza dell’amianto. Afferma che la CMC non avrebbe problemi a realizzare, al posto del tunnel geognostico, delle piattaforme marine eolico – fotovoltaiche a costo energetico zero sul confine marino dell’Europa per controllare l’ingresso dei profughi in Italia e in Europa, indica il numero dei profughi che sono sbarcati e sbarcheranno in Italia e la proposta di mettere in quarantena i profughi su queste piattaforme marine come fatto negli USA ad Ellis Island nel dopoguerra, il tutto da realizzare con i soldi del TAV Torino-Lione di circa 8 miliardi di €. Invita perciò il Parlamento Europeo a spostare i soldi del TAV per la costruzione di queste piattaforme sulle quali si potrà realizzare il controllo amministrativo degli immigrati che vogliono entrare in Europa.
Günther Ettl – Direttore Generale MOVE Commissione Europea (5’43”) https://www.youtube.com/watch?v=uLFN2qBINyA
Tutti i progetti infrastrutturali sono realizzati solo dagli Stati membri con il co-finanziamento dell’Unione Europea e non dalla Commissione Europea. La Torino-Lione ha ottenuto fondi UE nel periodo 2007-2013, e ne riceverà molto probabilmente altri entro il 2020. La Commissione europea non ha alcuna influenza sul futuro di un progetto, ci sono severe condizioni per ricevere i finanziamenti UE, non da ultimo una ACB positiva e il rispetto delle procedure ambientali. Francia e Italia hanno confermato recentemente al Vertice di Venezia il progetto della Torino-Lione che è vitale per Italia, Francia ed Europa. Il volume trasportato dalla linea storica non può essere confrontato, è la prima linea ferroviaria realizzata sotto le Alpi. Se il nuovo tunnel sarà fatto, esso potrà continuare a fare il suo lavoro per i prossimi cento anni essendo piatto, nessun treno moderno può viaggiare nel caso in cui ci siano pendenze, occorre avere una linea piatta che attirerà nuovo traffico. Bisogna pensare in anticipo ai traffici futuri. La gente della Val Susa può dire che c’è poco traffico, ma abbiamo bisogno di un nuovo tunnel dato che c’è invece molto traffico e viene spostato sulle linee svizzere e sulla costa italiana. L’idea è di spostare questo traffico sulla linea nuova Torino-Lione. Come investire i soldi rimane un grande quesito per tutti e per chiunque. E qui mi fermo.
Eleonora Evi – MEP M5S (7’30”) https://www.youtube.com/watch?v=p8ZDI6q2JR8
La Torino-Lione è un progetto che da più di 20 anni Italia e Francia tentano di realizzare e continuano a propinare al popolo italiano e a quello francese come un’opera che è necessario fare perché porterà benefici e valore aggiunto al territorio. Io non sono assolutamente d’accordo, e non lo sono io e non lo sono migliaia di persone che vivono in questi territori sia dal lato italiano che da quello francese che hanno tutto il diritto di essere ascoltati nelle loro ragioni e motivazioni, e fino ad oggi purtroppo non hanno avuto in maniera efficiente e sufficiente questa possibilità. Questo è un giorno importante perché sono presentate queste petizioni qui, in questa sede del Parlamento Europeo, considerando che la battaglia contro quest’opera va avanti da diversi anni e che ha avuto recentemente un’attenzione da parte di altre Commissioni. Io voglio fare una riflessione più generale che riguarda la partecipazione e la trasparenza relativamente a questo progetto. Innanzitutto vorrei chiedere in che modo la Commissione Europea garantisce la corretta applicazione di alcune delle direttive che abbiamo definito nel corso del tempo, in primo luogo la Direttiva VIA e quella sull’Accesso del pubblico delle informazioni ambientali in considerazione del fatto che tali direttive concorrono all’attuazione della Convenzione di Aarhus che definiscono degli obblighi precisi in merito all’informazione del pubblico e alla partecipazione in modo particolare per quei progetti che hanno un carattere transfrontaliero, come in questo caso. Innanzitutto voglio ricordare che il progetto è ancora in una fase di studio dal momento che il tunnel che è stato realizzato è solo un tunnel geognostico, questa infrastruttura è lontana da essere nella fase della sua costruzione. E quindi siamo ancora in tempo per valutare in maniera seria e onesta quelle che possono essere le criticità e i problemi, e per ascoltare le ragioni del no. Le ragione del no sono state nel corso degli anni messe da parte in quanto l’Osservatorio della Val Susa, ovvero quell’organo che è stato creato nel 2006 come un luogo di confronto e di espressione dei territori per poter analizzare i benefici e gli impatti ambientali e sociali di quest’opera è stato ha silenziato in modo brutale con la loro esclusione 23 Comuni contrari all’opera, sono la maggioranza dei Comuni della Val di Susa che rappresentano decine di migliaia di cittadini che non hanno avuto nel corso degli anni la possibilità di poter esprimere le loro ragioni contro quest’opera imposta dall’alto, dal Governo italiano anche attraverso la militarizzazione dell’area. L’area della Val Susa e del cantiere del tunnel di esplorazione geognostica è un’area oggi militarizzata con più di 2000 agenti delle forze dell’ordine che monitorano e controllano il territorio, area che è stata definita Sito di interesse strategico nazionale con Decreto governativo nel 2013. E non finisce qui, ci sono moltissimi altri aspetti che vanno contro quello che è un’aperta, franca e onesta partecipazione del pubblico. Non da ultimo il Presidente dell’Osservatorio, oggi ex Presidente di questo Osservatorio, è indagato e sotto procedimento di indagine giudiziaria proprio per il suo comportamento di chiusura, per non voler fornire l’accesso all’informazione a quei Comuni che sono contrari a quest’opera. I procedimenti giudiziari avranno il loro corso, quindi speriamo che questo sia un ulteriore motivo per tenere aperta la petizione e per poter monitorare. Voglio chiudere facendo riferimento ai dati che sono stati presentati, ovvero la fantomatica necessità di colmare questo collegamento mancante, come se non ci fosse una linea che funziona e oggi soprattutto è sottoutilizzata. Si parla di saturazione della linea, siamo ben lontani dall’avere la saturazione della linea di collegamento tra Torino e Lione. Da ultimo vorrei fare notare ai colleghi che l’AV in tutto il mondo è utilizzata per i passeggeri. Il collegamento tra Torino e Lione è oggi utilizzato da circa 2000 passeggeri al giorno, si tratta di numeri bassissimi di fronte ad altre zone del mondo dove le cifre sono di minimo 40.000 passeggeri al giorno. Ma la grande bugia riguarda proprio l’utilizzo dell’AV per le merci. E’ un contro senso, una follia di voler utilizzare l’AV per questo tipo di scambi. Ripeto, la linea è tutt’oggi in grado di sostenere gli scambi che oggi abbiamo e anche le previsioni future che non sono assolutamente quelle riportate dai promotori perché negli ultimi 16 anni abbiamo visto un drastico calo di scambi sulle linee ferroviarie. Penso che sia importante che in progetti così grandi di valutare in maniera chiara e indipendente i benefici che un’opera porta al territorio utilizzando quella che in gergo si chiama LCA – Life Cycle Assessment, cosa che evidentemente non è stata fatta ed è necessario invece fare. Chiedo di mantenere aperte le petizioni e faccio la proposta di inviare eventualmente una lettera alle autorità italiane e francesi per sollevare le criticità presentate nelle petizioni. In ultimo propongo anche una visita in questi territori, e ai cantieri, sul lato italiano e francese per ascoltare le persone che da venticinque anni si battono contro quest’opera. Non è possibile che le loro ragioni siano rimaste inascoltate per così tanto tempo.
Marco Valli – MEP M5S (4’34”) https://www.youtube.com/watch?v=pz-oO-GwHOA
Da tempo abbiamo affrontato questo argomento, appoggiamo le petizioni contro la Torino-Lione. Critichiamo il progetto con quattro argomentazioni: non è democratico perché le opposizioni non sono ascoltate, non è trasparente perché mancano valutazioni indipendenti dei costi nonostante che il Parlamento europeo abbia votato a grande maggioranza la completa trasparenza delle informazioni di questo progetto per il quale stiamo ancora aspettando dalla DG Move della Commissione europea le informazioni richieste, è inutile perché non c’è traffico che giustifichi l’opera, è pericoloso perché la sua sola utilità risiede nell’aprire dei cantieri nei quali vi sono tra l’altro delle infiltrazioni della criminalità organizzata e gli accordi tra Italia e Francia non tutelano dal crimine organizzato.
Peter Jahr – MEP PPE, Germania (3’14’’) https://www.youtube.com/watch?v=TJS-gwoTA5w
Non c’è grande cantiere senza critiche e proteste. La UE afferma che questo progetto serve ai grandi flussi di traffico tra nord e sud e viceversa. Dunque la Commissione collabora strettamente con gli Stati membri che devono attuare ciò che serve dialogando con i cittadini, difendo questa idea. Dobbiamo chiederci come possiamo risolvere la cosa, che senso ha questo cantiere, se è veramente necessaria l’opera dal punto di vista economico. Penso che il dialogo tra Italia e Francia abbia già avuto luogo, se gli appalti sono andati male la Commissione europea deve interessarsi alle procedure e controllare. Come risolviamo questo ping-pong? Dobbiamo ritrasmettere queste proteste ai due Stati, c’è bisogno del dialogo con le autorità locali. Mi sembra giusto che la Commissione europea dica che sono gli Stati membri che devono decidere, analizziamo le singole argomentazioni e diamo la risposta ai petizionari in tempo debito.
Angela Vallina – MEP GUE, Spagna (2’28”) https://www.youtube.com/watch?v=3wxOvCd50m0
La GUE sostiene le petizioni contro la Torino-Lione, i dati che conosciamo indicano un calo nei flussi di trasporto, questo progetto è di 57 chilometri, la Corte dei conti francese aveva sostenuto che la linea esistente è sufficiente per eliminare il traffico dalle strade. In una situazione di crisi dobbiamo fare attenzione ai fondi e usarli bene. Quindici/diciassette milioni di tonnellate di merci all’anno attraversano tunnel simili in Svizzera e Austria senza difficoltà. In Spagna abbiamo esperienze di questo tipo, ci sono stati aeroporti che hanno chiuso, strade che non vengono aperte o che ritornano nella proprietà dello Stato perché non utilizzate. Dobbiamo dare un esempio, basta con la cultura dello spreco per certe cose e di austerità su altri fronti. Dobbiamo tenere aperte le petizioni ma soprattutto affrontare gli argomenti nelle Commissioni ENVI, CONT e TRAN. La cultura delle Grandi Opere non approvate e non necessarie, come dimostrato, non funziona ed è fuori controllo. Facciamo prima un’analisi per capire se queste opere sono necessarie e valutiamo l’impatto che è irreversibile.
Notis Marias – MEP Indipendente, Grecia (3’44”) https://www.youtube.com/watch?v=s88CRFO7vpc
Seguo questo argomento con interesse, ci sono sempre reazioni di fronte a queste linee e critiche locali che non vengono ascoltate. Una parte dei fondi sono europei, abbiamo quindi la responsabilità di seguire il progetto come previsto dalle Convenzione di Aarhus che in questo caso non è stata rispettata. Si afferma che l’opera è molto costosa e non necessaria, in una fase di austerità e limitazione dei fondi europei se quest’opera non è necessaria, di fronte ad una linea esistente non satura, ciò significa che questi fondi possono essere destinati ad altre opere, magari a linee ad AV in altre regioni, per esempio tra Bruxelles e Strasburgo un itinerario sul quale noi MEPs passiamo tante ore. Se la Torino-Lione non è necessaria, i fondi potrebbero essere utilizzati in Grecia. Sostengo la petizione, gli argomenti dovrebbero essere ripresi nelle Commissioni ENVI e CONT. Occorre inviare una lettera al Governo italiano per conoscere la sua opinione e a tutti i Comuni della regione italiana che non sono stati invitati alla consultazione popolare. Dobbiamo sempre sostenere i cittadini che ci hanno eletto per difendere i loro interessi.
Julias Pitera – MEP PPE, Polonia (2’24”) https://www.youtube.com/watch?v=aCZkIOe_ETs
Ogni investimento trova dei sostenitori e degli oppositori, ma senza avere dei dati a disposizione è difficile esprimere un giudizio. E’ un investimento molto costoso, abbiamo le risposte della Commissione europea che risalgono al 2012, quattro anni fa, che contengono dati del 2011. Penso che sia importante disporre di dati aggiornati su quello che sta succedendo. Innanzitutto: è stato realizzato il programma ? Dopo tanti anni non si può parlare di una chiusura dell’investimento se i lavori sono già stati avviati. Il piano finanziario è stato rispettato ? Ci sono dei ritardi? Il programma è stato ridotto, che impatto ha avuto sui costi? Sarebbe utile avere delle informazioni formali circa lo stato di avanzamento dei lavori di questo progetto. Dovremo rivolgerci alla Commissione europea per avere un aggiornamento dei dati tecnico/finanziari per conoscere lo stato dell’arte al 2016. Siamo a tre anni e mezzo prima della fine di questo investimento e magari questi dati potrebbe veramente cambiare tutta la situazione, se il cantiere è molto avanzato è molto difficile che interrompano questi lavori perché il denaro andrebbe sprecato.
Marco Bava – Petizionario rif. 1036/2015 (3’7”) https://www.youtube.com/watch?v=xeEhNgrX5jU
I lavori sono ancora da cominciare, siamo appena all’inizio. L’obiettivo di questa petizione è quello di fare un ragionamento economico e rispondo subito al ministro dei trasporti. Io invito il Parlamento europeo a valutare che se non ci fossero i finanziamenti della UE, che ammontano a circa € 3 miliardi, né Italia né Francia ci metterebbero € 2 Miliardi. Questo perché c’è la volontà esplicita, almeno per quanto riguarda l’Italia, per la Francia non posso rispondere, ma penso che sia la stessa cosa, di attirare finanziamenti europei nei loro territori. A parte l’errore economico di anticipare le soluzioni con i bisogni, per cui ho sentito che c’è una proposta di sopralluogo, spero che a questa proposta intervenga anche il ministro dei trasporti, in modo tale che si farà un’idea di quello che è il flusso di traffico e di quello che è ampliabile l’attuale linea per rendersi conto che non c’è alcun bisogno di questa galleria in quella zona. Aggiungo per quello che vale, il Tribunale Permanente dei Popoli ha condannato quest’opera, i sindaci sono contrari, le popolazioni territoriali d’Italia e di Francia sono contrarie. L’unica ragione vera che io vedo, e per cui invito l’Unione europea a ritirare i fondi, è che vi sia un’alta concentrazione di fondi per lavori inutili e molto cari in una zona ad alta concentrazione mafiosa, per cui non è da escludere che i soldi del TAV vengano affidati anche non direttamente ma indirettamente ad aziende legate alla mafia e attraverso questi lavori la mafia possa compiere le sue operazioni che in un momento di crisi economica possono raggiungere anche acquisizioni di società per fini sicuramente non civili. Chiedo assolutamente che questi fondi vengano stornati. Se veramente queste opere servono agli Stati italiano e francese, le facciano con i soldi dell’Italia e della Francia. Credo che questo basterà per bloccare questi lavori. A dimostrazione che nessuno dei due Paesi ha interesse a fare questi lavori al di là di un’operazione finanziaria. Spero che ci sarà questo sopralluogo e che voi possiate toccare con mano e sentire direttamente i sindaci sia francesi che italiani che per quanto riguarda l’Italia, ripeto, sono prevalentemente contrari a quest’opera.
Pál Csáky – MEP PPE, Slovacchia – Vice Presidente PETI (3’3”) https://www.youtube.com/watch?v=zticMcTt4Ac
Chiudendo la discussione desidero intervenire chiedendo al sig. Günther Ettl, rappresentante della Commissione europea, di fare attenzione affinché il problema sia ben affrontato: da un lato abbiamo una Petizione che dichiara che per il collegamento ad AV Torino-Lione ci sono delle preoccupazioni o dei timori circa la costruzione di questa linea ferroviaria, dall’altro canto però si tratta di un progetto che nel frattempo è in corso ormai da dieci anni. Se capisco bene quanto è stato detto, si tratta di una linea ad AV che dovrebbe collegare Budapest e Lione, quindi si tratta di un investimento transeuropeo che collega l’Europa dell’est e dell’ovest e fa parte del programma n. 6 TEN-T. Quindi la domanda alla Commissione e al Consiglio è questa: questa linea ferroviaria da Budapest a Torino basta o può essere estesa fino a Lione ? La tratta Lione – Torino è utile o no? Penso che queste siano questioni che dovranno essere affrontate prima di tutto dai governi italiano e francese. Siamo tutti d’accordo nel mantenere aperta la petizione fino a che non sarà concluso l’esame. Possiamo poi decidere se inviare una lettera alle autorità italiane e francesi come è stato proposto per ricevere delle informazioni dei rispettivi governi e possiamo poi anche aspettare le risposte della Commissione per capire cosa intenda fare e possiamo chiedere alla Commissione europea se pensa che nell’ambito TEN-T questo investimento vada mantenuto o meno. Poi altri colleghi hanno proposto di rivolgersi alle Commissioni TRAN, ECON e AGRI.
Peter Jahr - MEP PPE, Germania (59’’) https://www.youtube.com/watch?v=aHFHiFSUr6U
La Commissione europea potrebbe già dire se è vero che nella gare d’appalto vi sono state delle carenza e dei problemi, è un appalto europeo e non siamo sempre tutelati da derive criminali, dobbiamo garantire che gli appalti rispettino il diritto europeo. Capisco le riserve del firmatario della petizione e il problema deve essere affrontato fin dall’inizio, parliamo di soldi dei contribuenti e dobbiamo evitare casi di corruzione.
Pál Csáky - MEP PPE, Slovacchia – Vice Presidente PETI (17”) https://www.youtube.com/watch?v=1woRgWCBgsA
E’ molto importante quello che ha detto il MEP Peter Jahr, chiedo di includere tutti questi aspetti nella lettera.