Terzo Forum Europeo degli attivisti contro le “Grandi Opere Inutili”
LE MONDE | 27.07.2013 alle 11:46 • Aggiornato 29/07/2013 alle 08:30 | di Rémi Barroux (Stoccarda, inviato speciale)
Dal nostro inviato. Cosa c’è in comune tra la miniera d’oro a Rosia Montana, in Romania, il treno ad alta velocità nei Paesi Baschi spagnoli, l’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes, Francia, o la linea ferroviaria sotterranea che potrebbe passare sotto Firenze, Italia? Tutti sono, agli occhi di centinaia di attivisti che sono riuniti fino a lunedì 29 luglio a Stoccarda, in Germania, delle “Grandi Opere Inutili e Imposte”.
Cosa unisce tutte queste lotte locali, il cui eco supera spesso le frontiere? Come imparare dalle vittorie e dagli insuccessi degli uni e degli altri? Come costruire una rete internazionale di solidarietà e di competenze? Queste sono le domande che animano i dibattiti di questa terza edizione del Forum europeo contro le Grandi Opere Inutili e Imposte.
L’incontro si conclude lunedì 29 luglio con una manifestazione davanti alla stazione di Stoccarda che per il progetto di riqualificazione “Stuttgart 21″ mobilita da anni gli attivisti tedeschi chiamati i Wutbürger, i “cittadini arrabbiati”, un termine eletto “parola dell’anno 2010″ e che ora compare persino nel dizionario.
Riuniti nelle rimesse costruite in mattoni precedentemente utilizzate dalla Deutsche Bahn (le ferrovie tedesche) e oggi dalla cultura alternativa, la maggior parte dei partecipanti si conoscono. Molti hanno i capelli brizzolati: militanti esperti di cause ambientali, anti-nucleari, anti-cemento, anti-capitaliste, che sono attivi da anni.
“STIAMO LOTTANDO SU ENTRAMBI I LATI DELLE ALPI, I NOSTRI INTERESSI SONO GLI STESSI “
Ritengono “faraoniche” le opere contro le quali continuano a combattere. Sono spesso infrastrutture di dimensioni internazionali, in parte finanziate dall’Unione europea, per cui l’evidente “coordinamento”, dice Paolo Prieri, dei “No Tav” italiani che si oppongono alla costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione (TAV). “Stiamo lottando su entrambi i versanti delle Alpi, i nostri interessi sono gli stessi, ma non sempre lo sono le condizioni politiche“, spiega, denunciando la morsa della mafia su progetti infrastrutturali, dalla parte italiana.
Ad alta voce spiega le “incongruenze” delle decisioni del governo, la mancata considerazione dell’opinione della popolazione. “E’ pazzesco, rimarca Paolo, sappiamo che in Francia l’opera rischia di essere rinviata, l’attraversamento ferroviario di Lione non è più una priorità, ma si è pronti a costruire a tutti costi la sezione internazionale del tunnel ! “
Uno scenario che non sorprende Amagoya Escudero, una giovane basca di 27 anni: “La lotta contro la linea ad alta velocità è cominciata quando avevo 7 anni, e oggi siamo alla totale assurdità, deplora la giovane insegnante di San Sebastian. Il governo basco insiste nonostante sappiamo che la sezione francese non sarà costruito prima del 2030 almeno.“
Ogni rappresentante delle ONG o associazione facilmente innesca l’entusiasmo di una platea convinta. Vincitore di applausi, Mihnea Bliariu, un’avanguardia transilvana, ha raccontato della lotta nella città di Rosia Montana contro il progetto di una gigantesca miniera d’oro a cielo aperto, concesso alla società canadese Gabriel Resources. “Sono venuto a imparare dalle esperienze altrui, spiega disinvolto questo trentenne dall’aria bonacciona. Dobbiamo assolutamente allargare la nostra lotta, perché il governo sostiene il progetto e i media, che ricevono molti soldi dalla pubblicità del Trust canadese, non ci aiutano per niente.”
“NON IN VENDITA “
Imparare dagli altri? Le tecniche di lotta sembrano molto simili da una città all’altra. Competenze scientifiche; feroci battaglie giuridiche; festival di strada ecc. In Romania, gli attivisti solidali con i circa 2.000 abitanti di Rosia Montana hanno srotolato i loro striscioni durante le partite di calcio o rugby – la squadra nazionale è sponsorizzata dalla società mineraria canadese – e si avvalgono del supporto di molti intellettuali e artisti, come l’attrice Maia Morgenstern.
In Europa, il coordinamento di tutti questi movimenti ha, nel caso di Rosia Montana, permesso di organizzare manifestazioni a Zurigo, in Svizzera, in occasione di un forum europeo aurifero, nel mese di aprile. O ancora di far annullare, durante una riunione generale della società tedesca di assicurazione Allianz, a Monaco di Baviera, la decisione di assicurare il progetto.
“Nu, este de vanzare“, “Questa proprietà non è in vendita”: il pannello viene apposto sulle case di Rosia Montana. Uno slogan comune che si può ritrovare per esempio a Notre-Dame-des-Landes, vicino a Nantes, o sull’isola di Fehmarn, nel nord della Germania, che si trova sul percorso di un futuro progetto ferroviario e stradale per la Danimarca.
La crisi economica, che restringe i bilanci pubblici degli stati li e ha portati a ripensare alcuni progetti, è considerato come una sorta di alleato. “In un certo senso, è quasi una fortuna, concorda Daniel Ibanez, impegnato contro la Torino-Lione, perché ci sono sempre meno fondi disponibili, europei o nazionali.” Tuttavia, nessun motivo per gli attivisti di abbassare la guardia, perché molte Grandi Opere Inutili e Imposte rimangono sul tavolo dei governi.
Qui un’infografica interattiva: “Tour de France des « Grands Projets Inutiles »
Troisième rencontre européenne des militants contre les “Grands Projets Inutiles”
LE MONDE | 27.07.2013 à 11h46 • Mis à jour le 29.07.2013 à 08h30 | Par Rémi Barroux (Stuttgart, envoyé spécial)
Reportage.Quoi de commun entre la mine d’or deRosa Montana en Roumanie, le train à grande vitesse du Pays basque espagnol, l’aéroport de Notre-Dame-des-Landes, en France, ou la ligne ferroviaire souterraine qui pourrait passer sous Florence, en Italia ? Ce sont tous, aux yeux des centaines de militants réunis jusqu’au lundi 29 juillet, à Stuttgart, en Allemagne, de “grands projets inutiles et imposés” (GPII).
Qu’est-ce qui réunit l’ensemble de ces luttes locales, dont l’écho franchit souvent les frontières ? Comment apprendre des victoires et des échecs des uns et des autres ? Comment tisser un réseau international de solidarité et d’expertise ? Voilà les questions qui animentles débats de cette troisième édition du Forum européen des GPII.
Le rassemblement s’achève lundi par une manifestation devant la gare de Stuttgart, dont le projet de réaménagement “Stuttgart 21″ mobilise depuis des années les militants allemands dénommés les Wutbürger, les “citoyens en colère”, un terme élu “mot de l’année 2010″ et qui figure désormais dans le dictionnaire.
Rassemblés dans des entrepôts de brique autrefois consacrés aux activités de la Deutsche Bahn (la SNCF allemande) et aujourd’hui à la culture alternative, la plupart des participants se connaissent. Beaucoup ont le cheveu grisonnant : militants expérimentés des causes environnementales, anti-nucléaires, anti-béton, anti-capitalistes, ils militent depuis des années.
“NOUS LUTTONS DES DEUX CÔTÉS DES ALPES, NOTRE INTÉRÊT EST LE MÊME”
Ils estiment “pharaoniques” les projets contre lesquels ils continuent de se batgtre. Ce sont souvent des infrastructures à dimension internationales, financées en partie par l’Union Européenne , d’où l’évidence de “la coordination”, explique Paolo Prieri, des “No TAV” italiens, qui s’opposent à la construction de la ligne à grande vitesse Lyon-Turin (TAV). “Nous luttons des deux côtés des Alpes, notre intérêt est le même, mais les conditions politiques ne sont pas toujours identiques”, explique-t-il, dénonçant la mainmise de la mafia sur les chantiers d’infrastructures, côté italien.
Le verbe haut, il explique les “incohérences” des décisions gouvernementales, l’absence de prise en compte de l’avis des populations. “C’est fou, s’étrangle Paolo, on sait qu’en France le projet risque d’être remis à plus tard, que le contournement ferroviaire de Lyon n’est plus prioritaire, mais on s’apprête quand même à construire la partie internationale du tunnel !”
Un scénario qui n’étonne pas Amagoia Escudero, une Basque de 27 ans : “La lutte contre la ligne à grande vitesse basque a démarré quand j’avais 7 ans et, aujourd’hui, on est dans l’absurdité totale, déplore la jeune enseignante de San Sebastian. Le gouvernement basque s’obstine alors que l’on sait que le tronçon français ne sera pas construit avant 2030 au moins.”
Chaque représentant d’ONG ou d’association n’a aucun mal à déclencher l’enthousiasme d’une assemblée convaincue. Vainqueur à l’applaudimètre, Mihnea Bliariu, un solide gaillard de Transylvanie, a raconté la lutte de la localité de Rosia Montana contre le projet d’une gigantesque mine d’or à ciel ouvert, concédé à la compagnie canadienne Gabriel Resources. “Je suis venu apprendre des autres expériences, explique ce trentenaire débonnaire. Nous devons absolument populariser notre lutte, car le gouvernement soutient le projet et les médias, qui reçoivent beaucoup de publicité du trust canadien, ne nous aident pas.”
“PAS À VENDRE”
Apprendre des autres ? Les techniques de lutte semblent très proches d’une ville à l’autre. Expertises scientifiques ; bataille juridique acharnée ; mobilisations de rue ; festivals, etc. En Roumanie, les activistes, solidaires des quelque 2 000 habitants de Rosia Montana, ont déployé leurs banderoles à l’occasion de matchs de football ou de rugby – l’équipe nationale est sponsorisée par la compagnie minière canadienne – et se prévalent du soutien de nombreuses personnalités intellectuelles et artistiques comme l’actrice Maia Morgenstern.
En Europe, la coordination de l’ensemble de ces mouvements a permis, s’agissant de Rosia Montana, d’ organiser des manifestations à Zurich, en Suisse, à l’occasion d’un forum européen aurifère, en avril. Ou encore de faire annuler , lors d’une assemblée générale de la compagnie d’assurance allemande Allianz, à Munich, la décision d’ assurer le projet.
“Nu, este de vanzare”, “Cette propriété n’est pas à vendre” : le panneau est apposé sur les maisons de Rosia Montana. Un slogan commun que l’on retrouve par exemple à Notre-Dame-des-Landes, près de Nantes, ou dans l’île de Fehmarn, au nord de l’Allemagne, qui est sur le passage d’un futur projet ferroviaire et routier en direction du Danemark.
La crise économique, qui resserre les budgets des Etats et les conduit à repousser certains projets, est considérée comme une sorte d’alliée. “Dans un certain sens, c’est presque une chance, convient Daniel Ibanez, engagé contre le “Lyon-Turin”, car il y a de moins en moins de fonds disponibles, européens ou nationaux.” Pour autant, pas question pour les militants de baisser la garde, car beaucoup de projets GPII restent à l’agenda des gouvernements.
Voir le visuel interactif :“Tour de France des ‘grands projets inutiles’”