CARO direttore,
leggere la puntuale cronaca di “La Repubblica” del 9/XI sul processo celebrato — si fa per dire — da un sedicente “tribunale permanente dei popoli” sulla vicenda del Tav mi ha fatto venire in mente quel personaggio di Paul Auster (Stillman, se era il suo vero nome…) che raccattava oggetti privi di valore e pezzi di ciarpame. Non è in grado di giudicare chi non riesce a uscire nel mondo che s’allarga oltre il suo naso. SEGUE A PAGINA V