English and French versions at the bottom

Dossier per preparare l’accoglienza ai 500 attivisti e a Greta Thunberg

 al CLIMATE SOCIAL CAMP 2022 a Torino

Climate Camp 25-29 luglio https://www.climatesocialcamp.com/

https://www.climatesocialcamp.com/program

 Corteo 29 luglio ore 10.30 Piazza Vittorio https://www.climatesocialcamp.com/demonstration

Grandi Opere ed Emergenza Climatica, il caso della nuova linea ferroviaria Torino-Lione

Messaggio di Benvenuto a Greta Thunberg

La nuova linea ferroviaria Torino-Lione è un Crimine Climatico

Venerdì 13 dicembre 2019 Greta Thunberg ha partecipato alla 50a manifestazione del venerdì dei Fridays for Future di Torino, gli attivisti di FFF le hanno consegnato un forte messaggio di benvenuto.

E’ un messaggio in sintonia con le parole di Greta che invita i giovani a lottare per conquistare il futuro e a fare pressione affinché i decisori politici agiscano contro l’emergenza climatica e non fuggano invece dalle loro responsabilità.

Benvenuta Greta, Welcome to Turin Greta, TAV is a Climate Crime!

E’ un messaggio in sintonia con le parole di Greta che invita i giovani a lottare per conquistare il futuro e a fare pressione affinché i decisori politici agiscano contro l’emergenza climatica e non fuggano invece dalle loro responsabilità.

Benvenuta Greta, Welcome to Turin Greta, the Lyon Turin project is a Climate Crime

Non possiamo che essere felici della tua visita nella nostra città, il tuo esempio e le tue parole ha spinto milioni di persone a scendere in piazza contro il disastro del cambiamento climatico. In tutti i continenti il messaggio ha raggiunto tante persone, in particolare tra i più giovani, spingendo a lottare per il futuro di tutti noi, per il futuro del nostro pianeta. A partire da noi stessi, dal nostro quotidiano stile di vita, ma arrivando a incalzare e accusare frontalmente i grandi responsabili mondiali delle emissioni nocive e delle devastazioni ambientali. Un piccolo gruppo di grandi multinazionali sono le responsabili di una quantità di emissioni nocive con percentuali spaventose. Come se non bastasse, la deforestazione, il dissesto idrogeologico, la trivellazione del suolo e l’inquinamento delle nostre terre e dei nostri mari vanno avanti inarrestabili per gli interessi dei grandi del pianeta.

Benvenuta a Torino, benvenuta in una terra che continua a lottare contro tutto questo! Anche qui in Italia, qui a Torino e nella sua provincia da quasi trenta anni migliaia di persone scendono in piazza contro uno degli esempi più evidenti e vergognosi di disastro ambientale: la linea ad alta velocità Torino-Lione. Per gli interessi economici di aziende e multinazionali si pretende di violare le bellissime Alpi costruendo un mostro ecologico inutile.  Per fortuna più generazioni hanno aperto gli occhi e le loro coscienze si sono risvegliate per evitare che questa opera distrugga questo meraviglioso pezzo di mondo. Una opera che oltre a sventrare le montagne sarebbe – durante la sua realizzazione – responsabile di enormi quantità di missioni di anidride carbonica e sostanze nocive per la salute umana.

Greta, la tua storia ha dimostrato che l’esempio e le parole sono una arma che può cambiare le cose. In una città come Torino non si può non cogliere l’occasione per dire qualcosa che può davvero dare una mano a fermare un disastro climatico e ambientale come il TAV. Una opera già controversa, che rischia davvero di essere fermata per il bene dell’ambiente. Gli unici a esserne tristi sarebbero un piccolo gruppetto di imprenditori senza scrupoli e che odiano il nostro futuro. Questa opera può davvero essere fermata, possiamo davvero con le nostre parole e le nostre azioni dire NO a chi vuole rovinare il pianeta con una ennesima opera inutile e inquinate.

Benvenuta a Torino. Il TAV è un Crimine Climatico. Quindi non perdiamo una occasione di cambiare davvero le cose: Greta, non perdiamo l’occasione per dire NO al TAV.

Ecco perché la Torino-Lione è un Crimine Climatico

Grandi opere ed emergenza climatica

English and French versions at the bottom

Il caso della nuova linea ferroviaria Torino-Lione

I bilanci dell’Unione Europea e degli Stati membri continuano ad impegnare decine di miliardi di euro per investimenti in nuove infrastrutture di trasporto. La loro realizzazione comporterà nell’immediato un notevole aumento delle emissioni di gas serra, per gli enormi lavori di scavo e costruzione e per la produzione di grandi quantità di materiali (in particolare cemento e acciaio).

In molti casi si tratta di megaprogetti sovradimensionati, basati su previsioni di crescita dell’economia, dei consumi di combustibili fossili e dell’uso di risorse naturali, ovvero scenari del tutto incompatibili con le riduzioni necessarie per contrastare il riscaldamento globale. Queste opere risulteranno in larga parte inutilizzate, non producendo risultati utili in termini di riduzione delle emissioni di gas serra.

La valutazione di questi investimenti non prevede analisi rigorose di questi aspetti. Le risorse oggi impegnate per nuove infrastrutture inutili vengono sottratte alle azioni necessarie a breve termine sull’emergenza climatica.

Il caso della Torino Lione

Concepito alla fine degli anni ’80, sull’onda di teorie economiche basate sulla crescita infinita, il megaprogetto Torino – Lione è un caso emblematico. Si tratterebbe della più grande opera pubblica d’Europa, con un investimento complessivo di oltre 27 miliardi di euro per realizzare 270 km di nuova linea ferroviaria ad alta velocità. Questa infrastruttura rappresenterebbe una duplicazione rispetto alle linee ferroviarie esistenti tra Italia e Francia, che già oggi consentono il transito di treni merci e passeggeri (inclusi i treni ad alta velocità).

Un progetto mai partito

L’opera principale sarebbe il Tunnel di Base, costituita da 2 gallerie lunghe 57,5 km ciascuna, per un costo di quasi 10 miliardi di euro. Dopo vent’anni di attività preliminari, con una spesa di oltre 1,5 miliardi, finora i lavori definitivi per la sua realizzazione devono ancora partire.

Eppure questo Tunnel continua ad impegnare risorse nel bilancio dell’Unione Europea che vorrebbe pagarne oltre metà del costo (più di 5 miliardi di euro); la restante quota dovrebbe essere pagata dall’Italia e dalla Francia.

Affinché il Tunnel di Base possa funzionare a pieno, Italia e Francia dovrebbero spendere altri 17 miliardi di euro per collegarlo a Lione e Torino con due ulteriori tratte ferroviarie. Ad oggi la Francia ha rinviato tale decisione a dopo il 2038; l’Italia non ha ancora definito un progetto per la realizzazione della sua parte.

Previsioni di traffico sbagliate

La nuova linea ferroviaria Torino Lione è stata pensata prevalentemente per il trasporto di merci. Per giustificare le dimensioni del megaprogetto, è stato ipotizzato un forte aumento della domanda futura di traffico merci sull’arco alpino e in particolare sui valichi di montagna tra Italia e Francia (Monte Bianco e Valle di Susa). L’andamento storico dei flussi merci ha dimostrato come questa ipotesi sia irrealistica (figura), come riconosciuto dagli stessi proponenti dell’opera. Inoltre crescite così grandi del trasporto merci in Europa sono incompatibili con l’urgenza di ridurne l’impatto sul riscaldamento globale.

Usare le infrastrutture esistenti

Il trasporto di merci via treno è certamente preferibile a quello attuato su strada mediante camion. Quando sono disponibili infrastrutture ferroviarie esistenti sottoutilizzate, è assurdo costruirne di nuove. Nel caso della Torino Lione, la ferrovia esistente ha una capacità in grado di ospitare incrementi del trasporto merci da 5 a 10 volte il traffico attuale. Sulla stessa linea transitano già i treni ad alta velocità francesi (TGV); a partire dal 2020, vi transiteranno quelli italiani (Frecciarossa) riducendo di 1 ora i tempi di viaggio da Milano a Parigi, senza necessità di lavori o costi.

L’impatto del progetto sul clima

I proponenti della nuova linea ferroviaria Torino Lione hanno calcolato che la costruzione provocherebbe (in 20 anni di cantiere) emissioni complessive per 13 milioni di tonnellate di CO2eq (circa un terzo delle emissioni annuali del Piemonte). Se la costruzione partisse oggi, queste emissioni aggiuntive si verificherebbero tra il 2020 e il 2040, ovvero proprio nello stesso periodo nel quale l’Europa dovrebbe invece azzerare le proprie emissioni per cercare di rallentare il riscaldamento globale.

Secondo i proponenti, l’esercizio dell’opera inizierebbe a generare riduzioni delle emissioni di gas serra (trasferendo merci da camion a treno) solo 24 anni dopo l’inizio della costruzione, raggiungendo risultati a regime ovvero ben oltre il 2040. Questi potenziali effetti positivi sono però largamente sovrastimati in quanto basati sulle previsioni errate della domanda di traffico e su un programma di realizzazione oggi non più valido (in particolare in Francia).

L’inquinamento dell’aria a Torino

L’inquinamento atmosferico a Torino e in Piemonte è una vera emergenza. Sulla tangenziale di Torino transitano mediamente 240.000 veicoli al giorno (di cui circa 80.000 camion), un traffico pari a 40 volte quello del traforo autostradale del Fréjus, tra Italia e Francia. Come in molte aree urbane d’Europa, gli investimenti servono sul trasporto locale e non sui megaprogetti come la Torino-Lione.


Megaprojects and Climate Emergency

The case of the new railway line Turin – Lyon

Megaprojects and the climate emergency

The budgets of the European Union and the Member States continue to commit tens of billions of euros for investment in new transport infrastructure. Their implementation will immediately lead to a significant increase in greenhouse gas emissions, due to the enormous excavation and construction work and the production of large quantities of materials (in particular cement and steel).

In many cases these are oversized megaprojects, based on forecasts of economic growth, consumption of fossil fuels and use of natural resources, or scenarios completely incompatible with the reductions needed to combat global warming. These projects will be largely unused, not producing useful results in terms of reducing greenhouse gas emissions.

The assessment of these investments does not include rigorous analyses of these aspects. The resources currently committed to unnecessary new infrastructure are being diverted from the necessary short-term actions on the climate emergency.

The case of Turin Lyon

Conceived at the end of the 80′s, on the wave of economic theories based on infinite growth, the megaproject Turin – Lyon is an emblematic case. It would be the largest public works project in Europe, with a total investment of over 27 billion euros to build 270 km of new high-speed railway line. This infrastructure would duplicate the existing railway lines between Italy and France, which already allow the transit of freight and passenger trains (including high-speed trains).

A project that never started

The main work would be the Base Tunnel, consisting of two tunnels 57.5 km long each, at a cost of almost €10 billion. After 20 years of preliminary work, with a cost of over 1.5 billion euros, the final work for its construction has yet to begin.

Yet this Tunnel continues to commit resources in the budget of the European Union that would like to pay more than half of the cost (more than 5 billion euros), the remainder should be paid by Italy and France.

In order for the Base Tunnel to be fully operational, Italy and France would have to spend an additional €17 billion to connect it to Lyon and Turin with two additional railway lines. To date, France has postponed this decision until after 2038; Italy has not yet defined a project for the implementation of its part.

Wrong traffic forecasts

The new Turin-Lyon railway line has been designed mainly for the transport of goods. To justify the size of the megaproject, a strong increase in future demand for freight traffic in the Alps and in particular on the mountain passes between Italy and France (Mont Blanc and Susa Valley) was assumed. The historical trend of freight flows has shown that this hypothesis is unrealistic (figure), as recognized by the proponents of the work. Moreover, such a large growth in freight transport in Europe is incompatible with the urgency of reducing its impact on global warming.

Using existing infrastructure

Freight transport by rail is certainly preferable to road transport by lorry. When existing railway infrastructure is underused, it is absurd to build new infrastructure. In the case of Turin- Lyon, the existing railway has a capacity that can accommodate increases in freight transport of 5 to 10 times the current traffic. French high-speed trains (TGV) already run on the same line; from 2020, Italian high-speed trains (Frecciarossa) will run on it, reducing travel times from Milan to Paris by one hour, without the need for any work or cost.

The impact of the project on the climate

The proponents of the new railway line Turin Lyon have calculated that the construction would cause (in 20 years of construction) total emissions of 13 million tons of CO2eq (about a third of the annual emissions of Piedmont). If construction started today, these additional emissions would occur between 2020 and 2040, i.e. in the same period in which Europe would instead have to zero its emissions to try to slow down global warming.

According to the proponents, the operation of the new line would begin to generate reductions in greenhouse gas emissions (transferring goods from truck to train) only 24 years after the start of construction, reaching results at full capacity, i.e. well beyond 2040. However, these potential positive effects are largely overestimated as they are based on erroneous traffic demand forecasts and an implementation programme that is no longer valid today (particularly in France).

Air pollution in Turin

Air pollution in Turin and Piedmont is a real emergency. On average 240,000 vehicles a day pass through the Turin ring road (of which about 80,000 trucks), a traffic equal to 40 times that of the Fréjus motorway tunnel, between Italy and France. As in many urban areas of Europe, investments are needed on local transport and not on megaprojects such as Turin-Lyon.


Mégaprojets et urgence climatique

Le cas de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin

 Mégaprojets et urgence climatique

Les budgets de l’Union européenne et des États membres continuent à consacrer des dizaines de milliards d’euros à des investissements dans de nouvelles infrastructures de transport. Leur mise en œuvre entraînera immédiatement une augmentation significative des émissions de gaz à effet de serre, en raison des énormes travaux d’excavation et de construction et de la production de grandes quantités de matériaux (ciment et acier en particulier).

Dans de nombreux cas, il s’agit de mégaprojets surdimensionnés, basés sur des prévisions de croissance économique, de consommation de combustibles fossiles et d’utilisation des ressources naturelles, ou de scénarios totalement incompatibles avec les réductions nécessaires pour lutter contre le réchauffement climatique. Ces projets seront en grande partie inutilisés et ne produiront pas de résultats utiles en termes de réduction des émissions de gaz à effet de serre.

L’évaluation de ces investissements ne comprend pas d’analyses rigoureuses de ces aspects. Les ressources actuellement consacrées à de nouvelles infrastructures inutiles sont détournées des mesures à court terme nécessaires pour faire face à l’urgence climatique.

Le cas du Lyon-Turin

Conçu à la fin des années 80, sur la vague des théories économiques basées sur une croissance infinie, le mégaprojet Lyon – Turin est un cas emblématique. Il s’agirait du plus grand projet de travaux publics en Europe, avec un investissement total de plus de 27 milliards d’euros pour la construction de 270 km de nouvelle ligne ferroviaire à grande vitesse. Cette infrastructure ferait double emploi avec les lignes ferroviaires existantes entre l’Italie et la France, qui permettent déjà le transit des trains de marchandises et de voyageurs (y compris les trains à grande vitesse).

Un projet qui n’a jamais démarré

Le principal projet serait le tunnel de base, composé de deux tunnels de 57,5 km de long chacun, pour un coût de près de 10 milliards d’euros. Après 20 ans de travaux préliminaires, d’un coût de plus de 1,5 milliard d’euros, les derniers travaux de sa construction n’ont pas encore commencé.

Pourtant, ce tunnel continue d’engager dans le budget de l’Union européenne des ressources qui voudraient payer plus de la moitié de son coût (plus de 5 milliards d’euros), le reste devant être payé par l’Italie et la France.

Pour que le tunnel de base soit pleinement opérationnel, l’Italie et la France devraient dépenser 17 milliards d’euros supplémentaires pour le relier à Lyon et Turin avec deux lignes ferroviaires supplémentaires. A ce jour, la France a reporté cette décision à après 2038 ; l’Italie n’a pas encore défini de projet pour la mise en œuvre de sa partie.

Mauvaises prévisions de trafic

La nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin a été conçue principalement pour le transport de marchandises. Pour justifier l’ampleur du mégaprojet, une forte augmentation de la demande future de fret dans les Alpes et en particulier dans les cols de montagne entre l’Italie et la France (Mont Blanc et vallée de Susa) a été supposée. La tendance historique des flux de marchandises a montré que cette hypothèse est irréaliste (figure), comme le reconnaissent les promoteurs des travaux. En outre, des croissances aussi importantes du transport de marchandises en Europe est incompatible avec l’urgence de réduire son impact sur le réchauffement climatique.

Utiliser l’infrastructure existante

Le transport de marchandises par rail est certainement préférable au transport routier par camion. Lorsque l’infrastructure ferroviaire existante est sous-utilisée, il est absurde de construire de nouvelles infrastructures. Dans le cas de Turin-Lyon, le chemin de fer existant dispose d’une capacité qui permet d’absorber une augmentation du transport de marchandises de 5 à 10 fois le trafic actuel. Les trains à grande vitesse français (TGV) circulent déjà sur la même ligne ; à partir de 2020, les trains à grande vitesse italiens (Frecciarossa) circuleront sur cette ligne, réduisant ainsi d’une heure la durée du trajet de Milan à Paris, sans travaux ni coûts.

L’impact du projet sur le climat

Les promoteurs de la nouvelle ligne ferroviaire Lyon-Turin ont calculé que la construction entraînerait (en 20 ans de construction) des émissions totales de 13 millions de tonnes d’équivalent CO2 (environ un tiers des émissions annuelles du Piémont). Si la construction commençait aujourd’hui, ces émissions supplémentaires se produiraient entre 2020 et 2040, c’est-à-dire au cours de la même période où l’Europe devrait au contraire réduire ses émissions à zéro pour tenter de ralentir le réchauffement climatique.

Selon les promoteurs, l’exploitation de la nouvelle ligne commencerait à générer des réductions d’émissions de gaz à effet de serre (transfert des marchandises du camion au train) seulement 24 ans après le début de la construction, pour atteindre des résultats à pleine capacité, c’est-à-dire bien au-delà de 2040. Cependant, ces effets positifs potentiels sont largement surestimés car ils reposent sur des prévisions erronées de la demande de trafic et sur un programme de mise en œuvre qui n’est plus valable aujourd’hui (notamment en France).

Pollution atmosphérique à Turin

La pollution de l’air à Turin et dans le Piémont est une véritable urgence. En moyenne 240.000 véhicules par jour empruntent le boulevard périphérique de Turin (dont environ 80.000 camions), soit un trafic 40 fois supérieur à celui du tunnel autoroutier du Fréjus, entre l’Italie et la France. Comme dans de nombreuses zones urbaines d’Europe, des investissements sont nécessaires dans les transports locaux et non dans des mégaprojets tels que le Lyon-Turin.




info@presidioeuropa.net