… pare ragionevole procedere all’accertamento delle responsabilità amministrative e contabili in relazione al danno erariale … 

Siamo persone di buon senso impegnate da trent’anni contro lo spreco delle risorse pubbliche che accresce il debito del nostro Paese e distrugge la natura

Chiediamo alla Corte dei conti di difendere questo valore, ci auguriamo che il nostro appello non cada nel vuoto


Il CIPE ha autorizzato nel mese di agosto 2017 l’avvio della realizzazione per lotti costruttivi della Sezione internazionale della «Nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Qui le tabelle dei costi aggiornati.

La Deliberazione del CIPE appare redatta con il ricorso a improprietà e ad artifici produttivi di danni ingenti per il nostro Paese.

Il finanziamento autorizzato riguarda la realizzazione di parti dell’opera (cosiddetti lotti costruttivi) prive, singolarmente considerate, di qualunque possibile utilizzo funzionale, che interverrà solo a opera ultimata. E ciò benché il nostro sistema, al fine di evitare sprechi di denaro pubblico in caso di cambi del progetto, richieda il finanziamento dell’intera opera o di sue parti suscettibili di utilizzazione autonoma (cosiddetti lotti funzionali), come espressamente indicato negli accordi con la Francia.

Sulla base di questa ed altre ipotesi è stato inoltrato nei giorni scorsi un Esposto alla Procura della Corte dei conti da esponenti del Controsservatorio Valsusa supportati da docenti di diritto amministrativo e costituzionale dell’Università di Torino che, nelle sue conclusioni, ritiene ragionevole procedere all’accertamento delle responsabilità amministrative e contabili in capo ai soggetti coinvolti, anche in relazione a profili di causazione di danno erariale, correlate all’avvio delle procedure di realizzazione dei lavori previsti.

In effetti, balza subito agli occhi che i lavori per la Torino-Lione sono solo parzialmente finanziati e autorizzati, in carenza delle necessarie coperture e in violazione dei principi di prudenza finanziaria e contabile, difettando l’integrale finanziamento dei lotti successivi ai primi e le garanzie di realizzazione complessiva dell’opera e del rispetto del progetto generale transfrontaliero e dei richiamati accordi con la Repubblica francese.

Italia e Francia stabilirono alla fine degli anni ottanta del secolo scorso che un nuovo collegamento ferroviario sotto le Alpi fosse auspicabile, ma prudentemente – dati i dubbi sulla sua necessità e urgenza -, adottarono nel corso degli anni precise norme per evitare che si costruisse un’opera inutile e fallimentare.

La grave decisione del CIPE stravolge gli Accordi tra Italia e Francia che:

- nel 2001, con l’Accordo di Torino , imposero all’Art. 1 di non realizzare una nuova linea ferroviaria, e relativo tunnel, prima che quella esistente fosse satura,

- nel 2012, con l’Accordo di Roma 30.1.2012, previdero all’Art. 16 che i cantieri per la costruzione del tunnel di base non potessero essere avviati senza la disponibilità di tutti i fondi per la realizzazione del progetto, dividendo inoltre l’opera in lotti funzionali (Art. 4),

- nel 2012, con l’Allegato n. 2 all’Accordo di Roma 30.1.2012, introdussero un forte richiamo all’esigenza di evitare la crescita del deficit e debito pubblico, con questa dichiarazione: “Occorrerà infine prestare attenzione alle incidenze che le modalità contrattuali adottate (ripartizione dei rischi, proprietà degli asset, dispositivi di garanzia, ecc.) possono avere sulla contabilità pubblica nazionale dei due Stati. È pertanto fondamentale valutare tempestivamente l’impatto delle modalità contrattuali del progetto sulle traiettorie delle finanze pubbliche italiane e francesi per ridurre gli effetti sia sul breve, che sul lungo periodo, in particolare per quanto concerne il deficit pubblico, il debito pubblico, la fiscalità e il rispetto del Patto di stabilità e di crescita dell’Unione europea.”

La Delibera CIPE n. 67/2017, che autorizza l’utilizzo di fondi relativi ai lotti (costruttivi) italiani, conferma alla pagina 11 (punto 4) che non tutti i fondi per la parte italiana sono disponibili: ma qual è la situazione per gli altri due soci?

- la Francia non ha messo a disposizione tutti i fondi per le opere definitive, Marc Dendelot, Presidente della Commissione di Accesso ai Documenti Amministrativi, lo ha confermato nell’Avviso n. 20173469 del 4 dicembre 2017 scrivendo: «Elisabeth Borne, ministra dei trasporti ha informato la Commissione che fino ad oggi i lavori definitivi della sezione transfrontaliera non sono stati avviati e che gli stanziamenti finanziari dello Stato corrispondenti a questi lavori non sono ancora stati decisi”.

- l’Europa non ha stanziato tutti i fondi per le opere definitive, come dichiarato dalla Commissaria ai Trasporti Violeta Bulc nella sua lettera del 17 gennaio 2018, in risposta alla richiesta di chiarimenti del 22 novembre 2017 di un gruppo di eurodeputati: “il finanziamento europeo per la Torino-Lione è stato deciso ed è assicurato solo per il periodo 2016-2019  … e alla fine potrebbe essere riallocato ad altri progetti in base al principio “usalo o perdilo”.

In Italia e Francia sono stati nel frattempo avviati lavori di natura geologica, che potrebbero forse essere completati solo nel 2025, con lo scopo di valutare le difficoltà costruttive.

Dopodiché potrebbero essere iniziati, ma solo se integralmente finanziati dai tre soci del progetto, (Italia, Francia e Unione Europea), i lavori definitivi per la realizzazione del tunnel di base.

In tutti questi anni ai cittadini italiani l’opera è stata presentata da molti soggetti come indispensabile e ogni passo giuridico-amministrativo è stato ritenuto lecito dai promotori per realizzarla.

Questi soggetti sono i Presidenti del Consiglio che si sono succeduti e i rispettivi Ministri delle Infrastrutture, i membri del Parlamento che hanno approvato le ratifiche degli Accordi, i Membri italiani della Commissione InterGovernativa, i commissari, i funzionari del Ministro delle Infrastrutture che hanno redatto le istruzioni per il Ministro, quelli italiani di TELT che hanno ideato argomenti per una propaganda aggressiva contenente difese spericolate del progetto, e dulcis in fundo, l’establishment affaristico-finanziario che lo sostiene e i grandi media ad esso collegati.

Ma, contraddicendo la prudenza dei primi anni, l’Italia, con l’approvazione della Legge 5 gennaio 2017 n. 1 , ha introdotto nell’Art. 3 i “lotti costruttivi”, una modifica unilaterale agli Accordi che la Francia non ha gradito e ha considerato irrituale anche perché il diritto dell’Unione europea prevede per queste opere i lotti funzionali.

https://www.presidioeuropa.net/blog/?p=15417

L’introduzione in via unilaterale del finanziamento per lotti costruttivi, riferita alla parte italiana, altera gli equilibri degli accordi internazionali assunti, in relazione ad opere transfrontaliere al cui finanziamento debbono concorrere enti diversi, non italiani.

Nell’esposto è inserito un richiamo a quanto affermato in un documento dall’Osservatorio della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la Torino-Lione a pagina: 58-59 “Non c’è dubbio, infatti, che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione Europea, siano state smentite dai fatti.”

Questa affermazione, insieme all’assoluta incertezza dello scenario in cui si colloca l’opera transfrontaliera, oltre alla incertezza della copertura dei costi dei lotti costruttivi, riferiti alla parte italiana, conferma che le risorse stanziate oggi per essere spese nel prossimo futuro espongono lo Stato italiano a gravi rischi patrimoniali e finanziari, in violazione dei generali principi di prudenza contabile.

Il richiamo al principio della prudente e sana gestione delle risorse pubbliche è ancor più doveroso in ragione della ingiustificata asimmetria degli impegni finanziari assunti dall’Italia rispetto alla Francia: il 21 per cento del tracciato è di pertinenza dell’Italia e il 58 per cento di tutti i costi sono a carico del bilancio italiano, con un significativo e ingiustificato disequilibrio.

Tale squilibrio, previsto negli accordi tra Italia e Francia avallati dal Parlamento, è privo di ogni giustificazione (se non quella di convincere il Governo francese, da sempre riluttante, a partecipare al progetto) e rende l’esborso di denaro nazionale contrario a criteri di buona amministrazione.

A questo proposito il Dossier di Inchiesta Pubblica francese del 2006, preliminare alla Dichiarazione di Utilità pubblica della parte francese del tunnel, conferma a pagina 73 tale asimmetria svantaggiosa per lo Stato italiano: “L’operazione è positiva per la Francia a causa dell’apporto dell’Italia della maggior parte dell’investimento”. Tra l’altro – fatto non noto in Italia – è da vent’anni che tutta la Alta Amministrazione francese rifiuta il progetto.

Queste in sintesi le ragioni esposte alla magistratura contabile affinché accerti eventuali responsabilità, anche per danno erariale, connesse con l’avvio delle procedure di “realizzazione dei lavori definitivi della Torino-Lione”.

Siamo persone di buon senso impegnate da trent’anni contro lo spreco delle risorse pubbliche che accresce il debito del nostro Paese e distrugge la natura.

Affidiamo alla Corte dei conti il compito di difendere questo valore, ci auguriamo che il nostro appello non cada nel vuoto.

NOTE

- L’Italia ha già stanziato tutti i fondi per la Torino – Lione ? La risposta è No !

- Torino-Lione, la più grande delle sballate opere inutili – L’Italia finanzierebbe la Francia per € 2,3 Mld.

- Il progetto Torino – Lione: impegno Italia/Francia – geografia – chi paga – costo 2017 – TELT – proprietà – privatizzazione. La critica di Marco Ponti e la replica No TAV