Comunicato Stampa -  18 febbraio 2018

Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante.

Ci aiuta ad essere coraggiosi (Aldo Moro dixit)


L’Osservatorio per la Torino-Lione[1] è la “sede tecnica di confronto di tutte le istanze interessate alla realizzazione della Nuova Linea Torino Lione (NLTL), con l’analisi delle criticità e l’istruzione di soluzioni per i decisori politico-istituzionali”, le sue riflessioni servono ad orientare le politiche del Governo.”

Questa premessa è importante perché in un documento pubblicato sul sito dell’Osservatorio a gennaio 2018, con oltre due mesi di ritardo sulla sua approvazione (25 settembre e 30 ottobre 2017) è scritto, tra l’altro, a pagina 58-59, che “Non c’è dubbio che molte previsioni fatte 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione Europea, siano state smentite dai fatti” [2],

Questo tardivo riconoscimento pubblico di un’Istituzione governativa deriva certo dall’apprezzamento e dalla positiva valutazione degli argomenti dell’opposizione dei cittadini alla Grande Opera Inutile e Imposta, sostenuti da analisi economiche, trasportistiche e ambientali di qualità.

Rendiamo omaggio a coloro “che di dovere” hanno fatto questa coraggiosa ammissione, perché come diceva Aldo Moro: “Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi”.

Per collocare correttamente questa notizia che potrà consigliare al Presidente Gentiloni, al Ministro Delrio e ai loro successori l’abbandono di un progetto devastante per le finanze pubbliche e per la natura, occorre ricordare anche che il Tunnel della Torino-Lione di 57 km è Italiano per il 21% e Francese per il 79% (12 km in Italia e 45 in Francia).

La corretta ripartizione dell’investimento dovrebbe essere fatta in base alla percentuale della proprietà del terreno sul quale è scavato il tunnel (Art. 11 dell’Accordo di Roma 30.1.2012.

Ma la Francia ottenne da un’Italia consenziente che i costi della Torino-Lione avrebbero dovuto essere ingiustamente ripartiti (cfr. Art. 18 dell’Accordo di Roma 30.1.2012) al 58% per l’Italia e al 43 per la Francia. È la Francia che avrebbe ingannato l’Italia? Oppure è l’Italia che ha consigliato alla Francia di realizzare una Grande Opera Inutile? Quale danno sta già provocando al nostro Paese questo imbroglio?

Tra l’altro nel dossier di Inchiesta pubblica francese del 2006, preliminare alla Dichiarazione di Utilità pubblica della parte francese del tunnel, la Francia, è scritto: L’operazione è positiva per la Francia a causa dell’assunzione della maggior parte dell’investimento da parte dell’Italia”.

Per valutare appieno il risultato di questa asimmetria dell’addebito dei costi, sempre sollecitata e mai contestata dai Governi e Ministri italiani che si sono succeduti dall’Accordo di Torino del 2001 ad oggi, occorre conoscere anche l’ammontare degli investimenti per l’Italia e per la Francia.

Il costo di questo tunnel di 57,2 km, accettato dal Ministero delle Infrastrutture italiano e riportato a pagina 9 della Delibera CIPE n. 67/2017, è di € 9,6 miliardi, mentre i due soci, al netto del dono dell’Unione Europea di € 3,4 miliardi, devono così contribuire:

- Italia    € 3,6 Mld. ossia € 293,5 milioni al km,

- Francia € 2,6 Mld. ossia € 57,9 milioni al km (costo al km inferiore di 5 volte).

Rimediare a questa “assurda asimmetria” sarebbe facile: Italia e Francia sottoscrivono un altro Accordo per la Torino-Lione per stabilire la nuova ripartizione dell’investimento in base ai km. di proprietà.

La Francia dovrebbe aumentare la sua quota di €2,3 Mld., quasi raddoppiando il suo contributo da € 2,6 Mld. a € 4,9 Mld., l’Italia ridurrebbe la sua quota dello stesso importo.

Questo risultato creerebbe una situazione talmente insostenibile per le casse della Francia, da farle abbandonare il progetto, come auspicato da tutte le persone di buon senso in Italia e in Francia.

O l’Italia deve soccorrere le finanze francesi?

Tra l’altro la Francia dovrà decidere nei prossimi mesi se realizzare quattro Grandi Opere (tra le quali la Lyon-Turin) per le quali è previsto un finanziamento francese di €45,8 Mld.[3]. Secondo quanto ribadito dal COIConsiglio per l’Orientamento delle Infrastrutture, “è necessaria prudenza in quanto esse pesano anche in termini di spesa pubblica a titolo del trattato di Maastricht.”

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NOTE

[1] http://presidenza.governo.it/osservatorio_torino_lione/osservatorio.html  L’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino-Lione fu Istituito con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 marzo 2006 con la decisione assunta dal Tavolo istituzionale di Palazzo Chigi del 10 dicembre 2005, è la sede tecnica di confronto di tutte le istanze interessate alla realizzazione della Nuova Linea Torino Lione (NLTL), con l’analisi delle criticità e l’istruzione di soluzioni per i decisori politico-istituzionali.

[2] Il documento Verifica del modello di Esercizio per la tratta nazionale lato Italia – Fase 1 – 2030”, predisposto dal Gruppo di Lavoro Modello di Esercizio dell’Osservatorio per l’Asse Ferroviario Torino-Lione, è stato approvato nelle sedute dell’Osservatorio n.  260 del 25/9/2017 e n. 261 del 30/10/2017.

[3] Lyon-Turin € 2,6 Mld (Tunnel ferroviario), Grand Paris Express € 38,5 Mld (Linea Ferroviaria intorno a Parigi, che potrebbe essere parzialmente in esercizio per le Olimpiadi 2024),  Charles de Gaulle – Express € 2,0 Mld (Linea ferroviaria Gare de l’Est-Aeroporto di Roissy), Canal Seine Nord Europe € 2,7 Mld (canale di 107 km da Compiègne verso nord)