Riceviamo e pubblichiamo la traduzione di un interessante articolo dal quotidiano francese Les Echos: Tunnel Lyon-Turin : le projet dans le flou

Jean Michel Gradt, 13  Febbraio 2018

Tunnel Torino – Lione : il progetto dall’incerto futuro

Responsabile del progetto, la società TELT ha assegnato 90 milioni di euro all’inizio di febbraio a tredici società di consulenza. Una manovra per fare pressione sul governo, affermano gli avversari.

La società incaricata del progetto ha aggiudicato contratti per € 90 milioni a società di consulenza. Ma degli indizi suggeriscono un rinvio oltre il periodo di cinque anni.

Stop oppure Go per il progetto del tunnel ferroviario Lione-Torino? Tra il silenzio del governo, gli sforzi dei suoi sostenitori e la mobilitazione degli oppositori, è difficile rispondere a questa domanda. Eppure, il progetto è stato lanciato nel 1991.

Lo scorso giugno, si riteneva che il progetto sarebbe “partito”. La società pubblica Tunnel Euralpin Lyon-Torino (TELT) di proprietà di Francia e Italia (responsabile della costruzione e della futura gestione di questa sezione transfrontaliera il cui costo è stimato in € 8,6 Mld.), ha annunciato il lancio “entro la fine dell’anno” di una salva di 81 gare per un importo di € 5,5 Mld.

Ma invece dei € 5,5 Mld. annunciati, sono stati solo € 90 i milioni che TELT ha assegnato il 1 ° febbraio 2018 a tredici società di consulenza europee, inclusa una del gruppo S2IP, tra cui Systra e Setec e un’altra al gruppo Inalpage (rappresentante di Egis con Ingérop, Alpina e Geodata). Questi contratti non si riferiscono a “lavori definitivi”, ma alla gestione dei lavori, cioè agli studi delle gallerie di base del tunnel Lione-Torino, lato Francia. (frase incerta del giornalista, N.d.T.)

Gli avversari scrutano gli indizi

Con questo annuncio, “TELT cerca di mettere sotto pressione il governo”, si dice nel campo degli oppositori. E secondo loro, al contrario, si moltiplicano i segnali che suggeriscono, se non l’abbandono, almeno un rinvio del progetto oltre l’attuale quinquennato.

Primo indizio: con un decreto firmato il 6 dicembre 2017, il governo ha  prorogato gli  effetti della dichiarazione di utilità pubblica (DUP) della Lione Torino del 18 dicembre 2007 che stava scadendo. “Invece di estendere la DUP, il governo avrebbe potuto annunciare pubblicamente il lancio dei lavori finali. Non l’ha fatto”, dice Daniel Ibanez, il principale avversario della Lione-Torino.

Lungi dal sostenere il piano di lavoro di TELT, il governo ha ridotto il suo budget per il 2018.

Secondo indizio: nel suo attesissimo rapporto sugli scenari di investimento in infrastrutture, presentato al governo a fine gennaio  (€ 48, 60 o 80 Mld. Da mobilitare su venti anni ), Philippe Duron non menziona la Lione-Torino e nemmeno il Canale Seine-Nord Europe, né la rete Grand Paris Express né il Charles-de-Gaulle Express. “Il loro finanziamento non è incluso negli scenari presentati, ma questi progetti pesano anche in termini di spesa pubblica ai sensi del trattato di Maastricht e dei prelievi obbligatori “, scrive Duron.

Risparmio sulla Lione-Torino nel 2018

Il relatore speciale per le previsioni di spesa dei trasporti, la senaticre Fabienne Keller ha scritto il 18 dicembre 2017: “Il fabbisogno dell’AFITF (*) per i pagamenti nel 2018, è stato inizialmente identificato in € 3,2 Mld., ovvero € 1 Mld. in più del 2017. Per limitare questo aumento a € 200 Mil. per l’anno prossimo, il governo ha rinviato € 800 Mil. di spese, tra cui: € 400 Mil. grazie alla pausa nella realizzazione di grandi progetti infrastrutturali, posticipando i lanci di alcuni progetti e € 130 Mil. di risparmi sulla Lione-Torino e rivedendo lo scadenziario dei pagamenti, tra i quali quasi € 95 Mil.  sul Canale Seine-Nord Europe) “.

Per le sole gallerie di accesso della Lione-Torino (vale a dire al di fuori della sezione internazionale) la fattura è stata valutata in € 7,7 Mld. che la Francia dovrà pagare da sola. Tuttavia, il trattato franco-italiano di Roma del 2012 stabilisce (Art. 16) che la Francia non possa iniziare i lavori finché non ha a disposizione i finanziamenti necessari (Francia, Italia ed Unione Europea N.d.T.).

Il silenzio del Primo Ministro

Inoltre, per gli anti-tunnel questi costi sono incompatibili con le priorità del governo. Vale a dire: trasporto dei pendolari e stabilizzazione dei grandi progetti già impegnati. Poiché i fondi europei non saranno sufficienti, ogni anno dovrebbero essere reperite risorse aggiuntive a quelle già citate nella relazione Duron. Dove trovarli?

Ultimo indizio: durante la sua visita in Savoia, il 19 e 20 gennaio 2018, il primo ministro Edouard Philippe non ha pronunciato una sola volta la parola Lione-Torino. “Per decenni, mai un ministro in carica – e a maggior ragione un primo ministro, – era venuto in Savoia senza affrontare questo argomento”, dice un osservatore locale che desidera rimanere anonimo.

(*) AFITF: L’Agenzia per il Finanziamento delle Infrastrutture di Trasporto della e France è un’istituzione pubblica amministrativa nazionale incaricata di coordinare il finanziamento dei principali progetti di infrastrutture di trasporto. La supervisione dello Stato è esercitata dalla Direzione generale delle Infrastrutture.

@ogrady99


Tunnel Lyon-Turin : le projet dans le flou

Jean Michel Gradt Le 13/02 à 14:08Mis à jour à 16:28

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En charge du projet, la société TELT a alloué 90 millions d’euros début février à treize bureaux d’études. Une manœuvre pour faire pression sur le gouvernement, estiment les opposants.

La société chargée du projet a attribué 90 millions d’euros de contrats à des bureaux d’études. Mais des indices laissent présager un renvoi au-delà du quinquennat.

Stop ou encore pour le projet ferroviaire de tunnel Lyon-Turin ? Entre le silence du gouvernement, les efforts déployés par ses partisans et la mobilisation des opposants, répondre à cette question reste compliqué. Et pourtant, le projet a été lancé en 1991.

En juin dernier, on a cru que le projet allait « entrer dans le dur ». La société publique Tunnel Euralpin Lyon-Turin (TELT) détenue à parts égales par la France et l’Italie (en charge de la construction et de la future exploitation de cette section transfrontalière dont le coût est estimé à 8,6 milliards d’euros), annonçait le lancement « avant la fin de l’année » d’une salve de 81 appels d’offres pour un montant de 5,5 milliards d’euros.

Mais au lieu des 5,5 milliards d’euros annoncés, ce ne sont finalement que 90 millions d’euros que  TELT a alloués le 1er février, à treize bureaux d’études européens, dont un au groupement S2IP dans lequel figurent Systra et Setec et un autre au groupement Inalpage, (mandataire Egis avec Ingérop, Alpina et Geodata). Ces contrats portent non pas sur l’engagement des « travaux définitifs » mais sur la maîtrise d’oeuvre, c’est-à-dire les études, des tunnels de base du Lyon-Turin, côté France.

Les opposants scrutent les indices

Avec ces annonces, « TELT cherche à mettre la pression sur le gouvernement », estime-t-on dans le camp des opposants. Et selon eux au contraire, les signes qui laissent présager sinon un abandon, du moins un renvoi du projet au-delà du quinquennat en cours, se multiplient.

Premier indice : par un décret signé le 6 décembre, le gouvernement a  prorogé les effets de la déclaration d’utilité publique (DUP) du Lyon-Turin daté du 18 décembre 2007 qui arrivait à échéance. « Au lieu de proroger la DUP, le gouvernement pouvait annoncer publiquement le lancement des travaux définitifs. Il ne l’a pas fait », observe Daniel Ibanez, le principal opposant au Lyon-Turin.

Loin de soutenir le plan de charge de TELT, le gouvernement a rogné, dans le budget 2018, sur les crédits qu’il lui alloue (lire l’encadré).

Deuxième indice : dans son rapport très attendu sur les scénarios d’investissements dans les infrastructures, remis fin janvier au gouvernement ( 48, 60 ou 80 milliards à mobiliser sur vingt ans ), Philippe Duron ne mentionne pas le Lyon-Turin. Pas plus d’ailleurs que le canal Seine-Nord Europe, le réseau Grand Paris Express ou le Charles-de-Gaulle Express.« Leurs financements ne sont pas inclus dans les scénarios présentés, mais ils pèsent également en termes de dépenses publiques au sens du traité de Maastricht et de prélèvements obligatoires », écrit-il .

Des économies sur Lyon-Turin en 2018

Rapporteure spéciale du Budget des Transports, la sénatrice Fabienne Keller a écrit le 18 décembre dernier :  « Les besoins en crédits de paiement de l’AFITF (*) en 2018 initialement identifiés étaient de 3,2 milliards d’euros, soit 1 milliard d’euros de plus qu’en 2017. Pour parvenir à limiter cette hausse à 200 millions d’euros l’an prochain, le Gouvernement a reporté 800 millions d’euros de dépenses, dont :  400 millions d’euros grâce à la  ‘ pause’ dans la réalisation des grands projets d’infrastructure, en différant certains lancements de projets [notamment ] 130 millions d’euros d’économies sur le Lyon-Turin, [et] en révisant les échéanciers de paiement des acteurs (près de 95 millions d’euros d’économies sur le canal Seine Nord Europe) ».

Pour les seuls tunnels d’accès du Lyon-Turin (c’est-à-dire hors section internationale) la facture a été chiffrée à 7,7 milliards d’euros, une facture que la France devra payer seule. Or, le traité franco-italien de 2012, stipule (article 16) que la France ne peut pas lancer les travaux tant qu’elle n’a pas rassemblé l’argent nécessaire.

Le silence du Premier ministre

De plus, pour les anti-tunnel cette ardoise est incompatible avec les priorités du gouvernement. A savoir : les transports du quotidien et la stabilisation des grands projets déjà engagés. Comme les fonds européens ne suffiront pas, il faudrait en effet trouver chaque année des ressources additionnelles à celles déjà évoquées dans le rapport Duron. Où les trouver ?

Dernier indice : lors de sa visite en Savoie les 19 et 20 janvier derniers, le Premier ministre Edouard Philippe n’a pas eu un mot pour le Lyon-Turin. « Depuis des décennies, jamais un ministre en exercice – et a fortiori un Premier ministre, n’était venu en Savoie sans aborder ce sujet », relève un observateur local qui tient à conserver l’anonymat.

Jean-Michel Gradt

(*) AFITF : L’Agence de financement des infrastructures de Transport de France est établissement public administratif national chargé de coordonner le financement de grands projets d’infrastructures de transport. La tutelle de l’Etat est exercée par la Direction générale des infrastructures.

@ogrady99