Perché un Governo sfiduciato non può dare il via al progetto Torino-Lione
12 agosto 2019
Invitiamo il Presidente Giuseppe Conte e il suo ministro Danilo Toninelli a leggere il Comunicato Stampa di PresidioEuropa del 10 agosto e l’intervista de il manifesto dello stesso giorno al prof. Sergio Foà, Ordinario di Diritto amministrativo all’Università di Torino.
Apprenderebbero perché un Governo sfiduciato non può dare il via al progetto Torino-Lione.
Per mantenere la loro autonomia decisionale, di fronte alle smanie cementificatrici di TELT, Conte e Toninelli dovrebbero intanto impedire che “gli uffici” gestiscano in modo solitario e “burocratico” la relazione del MIT con INEA, ossia del Governo italiano con la Commissione europea.
Per rendere più chiara la questione citiamo un passo della lettera degli uffici del MIT del 26 luglio 2019 all’INEA, firmata dalla dr.ssa Bernadette Veca, Direttore della Direzione Generale per lo Sviluppo del territorio del MIT: “the Government expressed favor for the confirmation of the project – il Governo si è dichiarato favorevole alla conferma del progetto”. Questa frase così esplicita non è mai stata pronunciata dal Presidente Conte.
Prima che l’Italia (il MIT) comunichi all’Europa (INEA) la posizione definitiva dello Stato sul futuro della Torino-Lione dovranno passare molti atti politici: non può una Direzione generale di un Ministero fare proprie diverse mozioni contraddittorie approvate dal Senato.
Il MIT dovrebbe attendere l’approvazione di un atto politico sulla Torino-Lione da parte di un Consiglio dei Ministri.
Fino ad allora lo Stato italiano non potrà essere rappresentato da un livello burocratico ministeriale rendendo irreversibile, con la benedizione di TELT, una decisione che il potere esecutivo non ha ancora espresso con la sua approvazione politica pubblica.
In questo contesto appare evidente che il MIT non potrà comunicare all’INEA la “posizione definitiva delle Stato italiano”, in quanto mancano i presupposti.