Il vantaggio che ne deriverebbe all’Italia
Pare che nelle prossime ore il Presidente del Consiglio Conte farà conoscere il suo pensiero sul futuro del progetto Torino-Lione, ossia del tunnel di base a due canne di 57,5 chilometri a servizio di una linea ferroviaria già esistente e sottoutilizzata.
I lavori geognostici eseguiti da TELT per valutare i costi dei lavori definitivi per scavare e attrezzare i 115 chilometri dei due tunnel di base, finanziati al 50% dalla Ue, sono terminati da anni in Italia e quasi terminati in Francia.
Il finanziamento Ue accordato scadrà il 31 dicembre 2019 mentre i prossimi finanziamenti per il tunnel di base potrebbero essere disponibili nel 2021 se il Parlamento Europeo li approverà entro la fine del 2020 nel quadro del Bilancio Pluriennale Ue 2021-2027.
TELT ha annunciato i bandi che si riferiscono ai lavori per lo scavo del tunnel di base, che tuttavia non possono essere lanciati nel rispetto dell’Accordo di Roma 30.1.2012 con la Francia.
Ciò perché l’Art. 16 non premette di aprire il cantiere del tunnel di base fino a quando i due Stati non abbiano approvato le leggi per finanziare tutti i lavori del tunnel.
La Francia non ha stanziato ad oggi un solo euro, mentre l’Italia ha approvato una buona parte dei fondi che sono serviti e serviranno in parte a coprire le spese che la Francia non finanzia.
Alla luce di questo principio, la scelta di Conte è semplice e responsabile: il progetto va sospeso.
Il Governo italiano potrebbe così dimostrare di essere più ambizioso nel contrasto al cambiamento climatico con l’obiettivo di fare crescere l’Italia assegnando al nostro Paese un posto tra i protagonisti della lotta per il clima che crea occupazione e ricchezza.
Allo stesso tempo potrà dare corso alla ridiscussione con la Francia prevista nel Contratto di Governo “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia.”
Il Governo “Salvini” e le opposizioni che sostengono l’indispensabilità della Torino-Lione dovrebbero intanto spiegare agli italiani perché l’Italia dovrebbe finanziare la Francia per oltre 2 miliardi di € per consentirle di realizzare i suoi lavori sul territorio francese.
Il progetto va sospeso affinché TELT non invii alle imprese che sta selezionando i bandi di gara che consentiranno loro di presentare offerte.
Il progetto va sospeso a causa del rischio che le imprese scelte da TELT possano chiedere, in caso di sospensione tardiva dei bandi di gara da parte di Italia e Francia, il risarcimento già solo per le spese sostenute per partecipare alla procedura di offerta e probabilmente per il mancato guadagno per non potere realizzare il tunnel, dato che la clausola di autotutela non produrrà effetti a meno che i due Stati non si accordino nei prossimi giorni per iscritto di non avviare e proseguire i lavori di scavo del tunnel di base.
Il progetto va sospeso perché nei rapporti con la UE l’Italia può rinunciare autonomamente all’attuazione della Torino-Lione e al finanziamento europeo senza alcuna penale applicando l’art. 17 del Regolamento CEF.
Il progetto va sospeso perché l’INEA (agenzia della Commissione europea) ha da mesi comunicato a Francia e Italia di voler tagliare i fondi europei già stanziati (Grant Agreement di circa 813 milioni solo in parte utilizzati). L’INEA è perfettamente al corrente che TELT non è stata in grado per sua incapacità di utilizzare i fondi concessi il cui utilizzo scadrà il 31 dicembre 2019.
Il progetto va sospeso perché la richiesta di INEA di annullare i fondi se Francia e Italia non dichiarano entro il 26 luglio 2019 il loro assenso a realizzare il progetto è un ricatto per imporre una visione “amministrativa” e non politica.
Il progetto va sospeso perché l’applicazione del principio “Use it or lose it” (usali o perdili) non ha nulla a che fare in questa fase con la conferma di Francia e Italia di voler proseguire o sospendere il progetto.
Il progetto va sospeso perché su questo tema il Governo italiano dovrebbe avere la capacità di impegnare la prossima Commissione europea e il Parlamento europeo su un fronte politico e non contabile, così come ha fatto il Presidente Giuseppe Conte per la questione del rapporto debito/PIL. Anche con l’obiettivo di dirottare i fondi europei per la Torino-Lione verso una destinazione più utile in sintonia con la lotta al cambiamento climatico.
Il vantaggio per l’Italia, per tutti i contribuenti è assicurato.
Proseguire con il progetto significa che l’Italia finanzierebbe la Francia. Il tunnel di base lungo 57,5 chilometri sarebbe per 45 km di proprietà francese e solo per 12,5 km di proprietà italiana. Di fronte alla proprietà del 21%, l’Italia dovrebbe pagare il 57,9% di tutti i costi.
È un’ipotesi da respingere perché il risultato della “sottomissione” dell’Italia alla Francia stabilita nell’Accordo del 2012 produrrebbe un esborso di risorse pubbliche italiane di oltre € 2,2 miliardi a favore della Francia.
Per essere più chiari, la Francia dovrebbe investire per ogni suo chilometro solo € 60 milioni, mentre l’Italia dovrebbe investirne ben 280, quasi 5 volte di più.
Ecco perché la scelta semplice, inevitabile e unica è la sospensione del progetto che può essere attuata rapidamente e senza penali.
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